di Salvatore Sfrecola
https: www.unsognoitaliano.eu/2021/08/17/kabul-una-vergogna-una-macchia-indelebile-nella-credibilita-delloccidente/
L’immagine degli afgani aggrappati al carrello degli aerei in partenza da Kabul, nella speranza di sfuggire alla vendetta dei talebani, rimarrà a perenne vergogna dell’Occidente. Abbiamo sentito dal Presidente degli Stati Uniti le ragioni del ritiro dei militari americani, da tempo annunciato, ma Biden non ha potuto giustificare il modo con il quale è avvenuto, senza adeguata programmazione delle partenze. E si sente dire di informazioni sbagliate fornite dall’intelligence circa le capacità di resistenza dell’esercito afgano arresosi senza sparare un colpo. Ancor più grave, se dopo venti anni la più grande potenza militare dell’occidente non è stata in grado di percepire cosa poteva accadere e di predisporre un dignitoso esodo di quanti si sono esposti in questi anni credendo nella protezione dell’amico Zio Sam.
Ne sentiremo di ogni genere tra politologi e opinionisti, con qualche inevitabile divagazione storica, facendo riferimento ad altre esperienze. E viene in mente Sagunto, la città spagnola alleata di Roma, assediata da Annibale. Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur, scrive Tito Livio (Storie, XXI, 7, 1). Siamo nel 219 a.C.. Roma tergiversò, sicché dopo otto mesi di combattimenti la città si arrese e fu rasa al suolo.
Roma non era ancora un impero, anche se studiava per diventarlo. E così il nome di Sagunto è rimasto a monito di chiunque deve assumere decisioni che non possono attendere.
Ma Sagunto e Kabul ci suggeriscono una ulteriore riflessione. Quella che il forte ha il dovere di difendere i deboli. Era una delle regole della Cavalleria medievale. È un dovere primario che spetta ad ognuno di noi. Da esercitare in qualunque contesto. Per uno studente a difesa dei compagni di scuola bullizzati. Per un pubblico funzionario a tutela del cittadino che non sa o non può, per illecita interferenza altrui, esercitare un proprio diritto. E via via spetta agli stati che assumono di essere portatori dei valori della democrazia liberale aiutare, naturalmente se richiesti, quanti si trovano in difficoltà per aggressioni esterne, della malavita o del terrorismo.
È stato il ruolo di Roma, il più grande degli imperi, il più inclusivo, rispettoso della storia dei popoli e delle loro fedi religiose. Lo indica Virgilio nel Canto VI dell’Eneide, mettendo in bocca ad Anchise parole che sono rimaste nel nostro immaginario. Indirizzate al figlio Enea, progenitore dei romani, indicano il ruolo storico dell’Urbe: “Romani miei, reggete il mondo/con l’imperio e con l’armi, e l’arti vostre/sien l’esser giusti in pace, invitti in guerra:/perdonare a’ soggetti, accôr gli umíli,/ debellare i superbi”. “Accor gli umili” significa quel che dicevamo, assistere chi ha bisogno, gli umili, cioè i deboli.
Gli umili, i deboli oggi sono senza dubbi gli afghani, tutti, anche se i talebani riservano particolare attenzione a quanti hanno collaborato con le organizzazioni occidentali, che, come ha detto ieri l’ambasciatore afgano all’O.N.U., vanno a cercare di casa in casa. E, poi, le donne, alle quali la sharia nega ogni più elementare diritto, di quelli che in Occidente neppure consideriamo tanto sono naturali, il diritto all’istruzione, al lavoro, a farsi una famiglia con chi desiderano, non con l’uomo scelto da colui che esercita la patria potestà, come abbiamo visto nel caso della giovane pachistana sparita senza lasciare traccia, tradita perfino dalla madre, che, come le ha dato la vita, presume di poterne deciderne la morte.
È questa la “civiltà” che la sola presenza delle autorità occidentali ha cercato di aiutare a superare assicurando, si riteneva, con la presenza di uomini in armi, un passaggio certamente faticoso, per semplificare, dal medioevo all’età moderna.
Il fatto è che la guida dell’operazione è stata degli Stati Uniti, che nel bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente non hanno da tempo interessi politici ed economici, una volta raggiunta l’autosufficienza negli approvvigionamenti energetici. Nei giorni scorsi il Segretario di Stato e ieri lo stesso Presidente Biden hanno sostenuto che la missione è stata portata a termine, che l’iniziativa militare avviata dopo l’abbattimento delle torri gemelle, aveva l’unico scopo di colpire i santuari del terrorismo islamico, che è stato raggiunto.
È una colossale bugia che nasconde l’incapacità della più grande potenza militare ed economica dell’Occidente di svolgere quel ruolo di stato egemone, imperiale si potrebbe dire, che assume di essere, guidando, di volta in volta, le missioni militari nei paesi del Medio Oriente come nel caso della guerra del Golfo. Stati Uniti che scontano un deficit di cultura politica internazionale notevole quanto alla capacità di comprendere il ruolo che una potenza egemone deve rivestire nei paesi ai quali presta la propria collaborazione e protezione non riescono ad esprimere quella straordinaria capacità di includere e assimilare i popoli più lontani che aveva Roma, quando conquistava un territorio, rispettando usanze, religione e financo le istituzioni, come nel caso di Antioco III, mantenuto sul trono. Gli Stati Uniti d’America dimostrano di rimanere estranei completamente alla realtà nella quale operano.
A Baghdad, abbattuto il dittatore Saddam Hussein, licenziarono impiegati civili e militari per trovarsi immediatamente in una condizione difficile, perché molti dei militari passarono con gli oppositori in armi ed i civili, ridotti alla fame per mancanza di retribuzione, furono subito ostili alla presenza americana. E così a Kabul emerge una evidente incapacità di percepire la realtà istituzionale e sociale, se l’esercito getta le armi e lo “stato” crolla nel giro di poche ore, quando si sentiva ripetere che avrebbe resistito non meno di 90 giorni prima che la capitale fosse conquistata a seguito dell’abbandono delle truppe americane. Ciò che dimostra, senza ombra di dubbio, che quella missione durata venti anni non ha prodotto nulla di solido nella società, come il ricorso alle urne faceva intendere.
La grande assente, tuttavia, è l’Europa, l’Unione europea, incapace di esprimere una volontà politica unitaria. Con oltre 400 milioni di abitanti, una storia straordinaria, un’economia solida, l’Europa non ha politica estera e militare per far valere gli interessi del continente e dei singoli stati nel bacino del Mediterraneo e nel Medio Oriente la cui stabilità è interesse primario dell’Unione. Invece, come i capponi di Renzo che si beccavano ignorando di essere destinati alla pentola, gli stati europei si fanno la guerriglia in qualunque settore, dall’agricoltura al commercio, dall’immigrazione alla disciplina tributaria che porta le imprese a girovagare tra uno stato e l’altro alla ricerca di qualche vantaggio fiscale rispetto al paese nel quale producono beni e servizi.
Vecchia Europa, che pure vanta le radici della civiltà occidentale, della cultura liberale, dell’arte e delle scienze! Più che vecchia, appare decrepita. Purtroppo.
L’Unione Monarchica Italiana abbruna le Bandiere per la scomparsa dell’Ing. Domenico Giglio, Presidente del Circolo “REX” di Roma, intellettuale e uomo di vasta cultura, stringendosi con affetto alla Famiglia.
L'Ing. Domenico Giglio
di Salvatore Sfrecola
https://www.unsognoitaliano.eu/2021/07/19/verso-il-semestre-bianco-o-al-calor-bianco/
Mancano pochi giorni all’inizio del “semestre bianco”, quel tempo che precede la data dell’elezione del Capo dello Stato e che vieta al Presidente in carica di sciogliere le Camere. Non è che questo Parlamento abbia corso realmente il “rischio” di essere mandato a casa, come pure ripetutamente hanno chiesto nel corso degli ultimi anni le opposizioni, ritenendo accertato un significativo cambio di orientamento popolare rispetto al 2018, sulla base delle elezioni che si sono tenute più di recente nei comuni e nelle regioni. Questo diverso sentimento percepito dai sondaggi non è stato evidentemente mai ritenuto da Sergio Mattarella idoneo a giustificare lo scioglimento anticipato delle assemblee legislative.
Ne scriveranno certamente politologi e giuristi. A noi oggi spetta di svolgere alcune considerazioni su quel che è possibile avvenga nei mesi a venire, nella prospettiva del posizionamento dei partiti in funzione della maggioranza sufficiente ad eleggere il nuovo Capo dello Stato ed anche in vista alla successiva scadenza del 2023, quando si dovranno eleggere le nuove Camere. Gli scenari possibili sono ovviamente diversi, ma è certo che i partiti cercheranno in ogni modo di fronte all’opinione pubblica e in Parlamento di far valere le loro idee e le loro proposte, in sostanza a marcare le differenze. Ad esempio in ordine alla personalità sulla quale può convergere i voti per l’elezione del Capo dello Stato, senza trascurare gli effetti successivi sull’ultima parte della legislatura in vista della scadenza della primavera del 2023 quando i sondaggi fanno immaginare una possibile nuova maggioranza articolata in una coalizione di centrodestra della quale ancora non è dato individuale quale ruolo avranno i partiti e i movimenti che la compongono in vista, ad esempio, della scelta del Presidente del Consiglio dei ministri. È noto che vi ambisce Giorgia Meloni, ma non solo.
Tutto questo può avvenire in un modo tutto sommato soft per lucrare gli effetti della partecipazione al governo di Forza Italia e della Lega schierati in una coalizione che vede uno dei partiti della coalizione,Fratelli d’Italia, all’opposizione e che per questo, come accade sempre, acquisisce consensi, che i sondaggi indicano come crescenti, su alcuni aspetti di dissenso dell’opinione pubblica. Ma è anche possibile che, senza il timore dello scioglimento anticipato delle Camere, le differenziazioni abbiano un carattere più aggressivo, come avviene, ad esempio, in questo momento con l’enfatizzazione da parte di Matteo Salvini della partecipazione alla raccolta delle firme per il referendum sulla giustizia. E se nel centrodestra Forza Italia è alla ricerca di consensi anche attraverso alcuni distinguo rispetto alla Lega ed a Fratelli d’Italia c’è la mina vagante di Italia Viva che Matteo Renzi sta conducendo alla ricerca di qualche importante aggregazione sul centro o forse anche sul centrodestra, come attestano le sue più recenti iniziative, in particolare sul disegno di legge Zan che pure i suoi avevano votato alla Camera. Lo attesta l’insistenza con la quale, in apertura del suo libro da qualche giorno in libreria, Controcorrente, insiste sugli aspetti negativi del governo giallorosso presieduto da Giuseppe Conte al quale non risparmia critiche e della cui caduta sì gloria ripetutamente. Potranno individuarsi altri momenti di frizione nell’ambito di una maggioranza di governo, necessitata dalla grave crisi economica, ma troppo variegata, con la conseguenza che Mario Draghi potrebbe trovarsi a governare una realtà molto complessa, con distinguo continui e sgambetti in sede parlamentare o finanche governativa. Con la conseguenza di dover governare un periodo di instabilità difficile. Infatti Giuseppe Conte, appena insediato al vertice del Movimento 5 Stelle ha già fatto sapere al Presidente del Consiglio che non condivide alcuni aspetti della riforma della Giustizia proposta dal Ministro Cartabia e l’ipotesi di ridimensionare la disciplina del “reddito di cittadinanza” nonostante sia evidente che è uno scandalo epocale.
Che il semestre bianco diventi un periodo al “calor bianco”? È certamente possibile, considerata la natura di governo “di salvezza nazionale” dell’esecutivo Draghi e, come detto, delle scadenze del 2022 e del 2023.
Roma, 01.06.2021
L'Unione Monarchica Italiana partecipa al profondo dolore della Real Casa di Savoia per la morte di Sua Altezza Reale il Principe Amedeo di Savoia Duca d'Aosta, Capo della Casa. Lo ricorda con commozione agli italiani che hanno conosciuto la Sua straordinaria umanità, la Sua devozione al Re Umberto II l'amore per l'Italia che ha servito anche da Ufficiale della Marina Militare. L'UMI si stringe con devoto affetto a SAR la Principessa Silvia, ai figli le LL.AA.RR i Principi Aimone, Bianca e Mafalda ed ai Principi Umberto, Amedeo e Isabella.
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi