Si è tenuto, sabato 17 marzo, alle 17.30, in Roma presso l’Hotel Massimo d’Azeglio, l’attesa presentazione del libro “Conversazione sulla Monarchia”, di Alessandro Sacchi ed Adriano Monti Buzzetti.
Ne hanno discusso con gli Autori, in presenza di un foltissimo pubblico, relatori d’eccezione come il Prof. Andrea Ungari, il Prof. Salvatore Sfrecola e l’On. Giuseppe Basini, coordinati dal Prof. Francesco Giubilei.
L’evento editoriale, impreziosito da un messaggio augurale di S.A.R. Amedeo di Savoia, primo di una lunga serie di presentazioni che avverranno in tutta la Penisola, ha riscosso ottimo successo di pubblico e Critica, collocandosi come un nuovo ed utile strumento di diffusione della nostra Idea.
Il libro
Il pubblico presente in sala
da sx:l'On. Giuseppe Basini, il Prof. Andrea Ungari, il Prof. Francesco Giubilei, l'Avv. Alessandro Sacchi,
il Dott. Adriano Monti Buzzetti Collella e il Prof. Salvatore Sfrecola
di Giuseppe Borgioli.
Tanto tuonò che piovve. Comunque si vogliano commentare i risultati elettorali non si può fare a meno di riconoscere che hanno significato la voglia di cambiare, al nord come al sud. Sotto questo aspetto l’Italia sembra più unita di quanto appare. Unita dal desiderio di voltare pagina anzi di cambiare libro, di cambiare narrazione come si dice nel gergo. Non è semplice protesta. Sbaglia chi si ferma a questo livello di analisi. La gente è andata a votare. Ai seggi c’erano le file dei votanti che attendevano pazientemente il loro turno.
È stato un voto contro l’establishment politico, intellettuale, economico, bancario. Credo che chi scrive o legge queste pagine abbia tutto il diritto di aggiungere l’establishment “repubblicano”. Prima, seconda. terza…. repubblica, la numerazione è infinita e indefinita. In più c’è l’insicurezza del quadro istituzionale.
Immigrazione senza regole, crisi economica, globalizzazione selvaggia, perdita di identità nazionale sono gli ingredienti di un cocktail che siamo stati costretti a bere.
E ora? Ci attendono giorni non facili, Il pilastro della repubblica, la sinistra, è caduta con i suoi alleati. I rappresentanti di quel mondo hanno faticato ad essere rieletti. Massimo D’Alema, un simbolo per tutti, si è fermato nel suo collegio pugliese al 3,6 per cento- Ministri che occupano ruoli prestigiosi sono stati battuti da sconosciuti emersi dalle reti che sembra riecheggiare nei toni forti delle invettive le piazze della Parigi rivoluzionaria.
Può una società affrontare il futuro con un vuoto di autorità e di valori così grande?
I contestatori parigini del ’68 scrivevano sui muri: abbiamo bisogno di padri perché’ la rivoluzione sia evoluzione.
Siamo ancora lì. Abbiamo un bisogno disperato di padri, anche se non lo vogliamo ammettere. Abbiamo bisogno di un Re.
Giovedì 1 marzo 20018, l'assemblea provinciale dei soci UMI di Torino ha eletto, all'unanimità, Presidente provinciale dell'U.M.I. di Torino il Gen.Roberto Lopez.
Auguri di buon lavoro al Gen. Roberto Lopez dall'Ufficio di Presidenza dell'Unione Monarchica Italiana.
Gen. Roberto Lopez, Presidente provinciale U.M.I. per Torino.
di Giuseppe Borgioli
Mentre infervora la campagna elettorale fra le più astruse e feroci mi sono preso una tregua intellettuale al cinema.
Sono andato a vedere “L’ora più buia” un film inglese in distribuzione nelle nostre sale cinematografiche dedicato a Winston Churchill nel momento veramente tragico (maggio del 1940) in cui l’uomo di stato si è trovato a decidere se intavolare negoziati di pace con Hitler già padrone di mezza Europa o resistere.
Decisione non facile. E qui viene fuori l’uomo di stato. Churchill che sino ad allora era stato un politico (nemmeno fra i più brillanti) si rivela uomo di stato.
In tempi di emergenza politica, militare, economica ci vogliono gli uomini di stato’
Guardiamoci impietosamente attorno nella nostra amata Italia quanti politici si candidano alle cariche pubbliche? Troppi. Il personale politico o aspirante tale da noi è troppo numeroso.
Quanti uomini di stato che sappiano parlare agli Italiani il linguaggio della verità ci sono in circolazione? Pochi. La gara è a chi promette di più. Tutto e subito.
Eppure gli uomini di stato si rivelano tali (proprio come Churchill) di fronte alla grandezza delle difficoltà da assolvere.
Nessuno di noi sa quali prove ci aspettano ma non siamo adeguatamente tranquilli di poter mettere in campo quelle risorse umane che possono guidare il popolo fuori dall’emergenza.