Venti di guerra in Medio Oriente
In presenza di una crisi internazionale che coinvolge aree sensibili del Medio Oriente e dell’Africa mediterranea, l’Unione Monarchica Italiana si fa interprete delle diffuse preoccupazioni degli italiani per il possibile aggravarsi di tensioni che potrebbero prefigurare conflitti armati, in assenza di iniziative non solo del Governo italiano, escluso delle recenti consultazioni delle maggiori potenze direttamente interessate alla stabilità di quelle aree, ma dell’Europa, assolutamente incapace di esprimere una linea politica unitaria ed autorevole come vorrebbe il rilievo politico ed economico degli stati membri.
I monarchici, richiamando il ruolo che l’Italia ha avuto nel corso dei secoli nei rapporti con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, contribuendo al loro sviluppo civile ed economico in un contesto di rispetto delle diverse esperienze storiche e politiche, ritengono che il nostro Paese debba essere protagonista nelle relazioni internazionali e nel contesto dell’Unione Europea per favorire democrazia, pace e sviluppo nello scacchiere medio orientale e nordafricano.
Roma,04.01.2020
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi
A proposito del Fondo salva Stati (MES, meccanismo europeo di stabilità)
Le polemiche che in questi giorni scuotono il mondo politico sull’approvazione del Fondo salva Stati (cioè il meccanismo europeo di stabilità - MES) preoccupano molto i monarchici italiani perché, al di là del merito della disciplina del fondo, sul quale l’Unione Monarchica non esprime valutazioni, dimostra che il Parlamento è stato confinato in un ruolo marginale, essendo stato tenuto fuori da decisioni comunque importanti per l’Italia e gli italiani. I monarchici italiani, gelosi custodi della democrazia rappresentativa, che ha la sua genesi nello Statuto del Regno d’Italia, recepita dalla vigente Costituzione, richiamano l’attenzione delle forze politiche autenticamente democratiche sulla necessità di mantenere integro il ruolo delle Camere del Parlamento alle quali spetta definire l’indirizzo politico che il Governo ha il dovere di seguire.
Roma, 06.12.2019
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi
Il bilancio dello stato approvato senza discussione parlamentare
L’esame da parte del Parlamento della legge di approvazione del bilancio di previsione dello Stato per il 2020, documento politico programmatico fondamentale per l’azione di governo, destinato ad individuare gli obiettivi di politica economica, denota un preoccupante degrado delle istituzioni rappresentative, essendo stato impedito in Senato un adeguato approfondimento delle voci di spesa e di entrata del documento il quale, in occasione della prossima approvazione da parte della Camera dei deputati, non potrà essere oggetto di ulteriori approfondimenti ed emendamenti.
L’Unione Monarchica Italiana esprime viva preoccupazione per gli effetti che sulla democrazia rappresentativa derivano inevitabilmente dalle limitazioni del ruolo dei componenti delle assemblee parlamentari in occasione dell’approvazione della più importante delle leggi di uno Stato democratico, nel quale sono indicate le risorse destinate alle politiche pubbliche nei vari settori di interesse per i cittadini.
La compressione dei poteri del Parlamento è un segnale negativo che deve fortemente preoccupare i cittadini in quanto trasferisce poteri decisionali fondamentali dalle Camere ai partiti ed al governo senza alcun controllo effettivo da parte dei rappresentanti del popolo sovrano.
Roma,18.12.2019
Il Presidente Nazionale
Avv. Alessandro Sacchi
Europei e europeisti
di Giuseppe Borgioli
Che l’Italia sia culla della civiltà europea spero che non ci siano dubbi in ogni settore politico, sia di destra che di sinistra. Oggi dirsi “europeisti” comporta un ragionamento in più. L’occasione è data dalla discussione sul trattato del “fondo salva stati” che agita i partiti politici di opposizione e di governo. Non ho letto e non conosco la lettera del trattato anche se la riserve di personaggi come il governatore della Banca d’Italia e il presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) mi lasciano pensoso e mi dispiace che il presidente del consiglio dei ministri sia sordo a queste autorevoli osservazioni.Si sa che quando si parla di trattatati bisogna approfondire i dettagli perché come insegna un vecchio adagio il diavolo si nasconde nei dettagli e in questo caso nelle note aggiuntive. E l’avvocato Giuseppe Conte è esperto di contratti. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è in buona compagnia perché oso credere che anche il Presidente della repubblica “in tutt’altre faccende affaccendato” non si preoccupi molto di come la pensi il governatore della Banca d’Italia. Un aspetto mi interessa rilevare: la costruzione degli stati uniti d’Europea segue un progetto che non può non lasciare dubbi in chi guarda alla realtà con occhio disincantato. L’unità europea al contrario di quello che prometteva alle origini con De Gasperi, Schumann, Adenauer sembra essere indirizzata più su crinale burocratico e ideologico che ha poco da spartire con un autentico spirito comunitario. Quando nell’ambito europeo qualcuno comincia a chiedersi (legittimamente) se una norma penalizza uno stato e favorisce un altro, più concorrente che partner, vuol dire semplicemente che là Europa di Bruxelles non esiste o non è percepita come unione dai suoi membri. Gli Stati Uniti d’America sono nati con un patto federale (ex pluribus unum) e hanno dovuto affrontare una guerra di secessione per rendere effettivo questo patto federativo. Sono un prodotto in cui ciascun stato si riconosce.Noi stiamo costruendo un’Europa per sottrazione condizionando i singoli stati a rinunciare a quote della propria sovranità. Per rinunciare alle quote della sovranità occorre un atto di sovranità rafforzata. E’’ un paradosso che né De Gasperi, né Shumann, né tantomeno Adenauer capirebbero e sarebbero disposti ad assecondare. La fragilità di questa Europa è compensata dalla sua enfatizzazione ideologica. Anni fa, prima repubblica, c’era l’arco costituzionale, che i costituzionalisti più intelligenti e meno addomesticati dal regime contribuirono a dimostrarne l’inconsistenza. Oggi l’arco costituzionale di infausta memoria è stato sostituito dall’arco europeista. Qualcuno ha già sentenziato che il prossimo presidente della repubblica dovrà essere “europeista”; io proporrò che anche il mio portiere sia “europeista”. Aveva ragione Marx la storia si ripete, la prima volta in chiave drammatica poi in chiave di farsa.