Parola di Re
L'UMI è istituita per raccogliere e guidare tutti i monarchici, senza esclusioni, al fine di ricomporre in sè quella concordia discors che è una delle ragioni d'essere della Monarchia e condizione di ogni progresso politico e sociale. Suo compito non è la partecipazione diretta alla lotta politica dei partiti, ma la affermazione e la difesa degli ideali supremi di Patria e libertà, che la mia casa rappresenta.
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L'opinione di Giuseppe Borgioli
RE E POPOLO
di Giuseppe Borgioli
Indro Montanelli che (come Eugenio Scalfari) aveva votato Monarchia al referendum e non ne faceva mistero si professava monarchico e anarchico insieme- Quella che sembrava una boutade o una licenza poetica era per me una dichiarazione ideale abbastanza comprensibile. Sono nato e vissuto a Carrara una piccola enclave anarchica e qui ho ricevuto la mia prima educazione politica e sentimentale. Tanto che potrei fare mie le parole di Montanelli
Gli anarchici che ho conosciuto, quelli storici, non avevano il culto della democrazia e dei principi dell’89 che consideravano una mistificazione borghese. Pensavano che ogni uomo è Re. Osteggiavano e negavano l’istituzione Monarchica con le conclusioni che ben conosciamo.
Oggi invece siamo tutti democratici. Ma le conseguenze della “ideologia” totalitaria della democrazia, o meglio del democratismo, ci ha portati alla deriva della nostra vita politica e morale.
Tutti ambiscono a comandare, tutti rivendicano diritti, tutti dicono la loro su tutto senza rispettare alcuna autorità.
Questo è il caos. Come nei talk show televisivi le voci scomposte degli uni si sovrappongono alle urla degli altri. Tutti serbano nel cassetto le ricetta politica ed economica per risolvere i nostri problemi. Gli unici che tacciono o lanciano messaggi contraddittori sono coloro che sarebbero chiamati a governare. Governare vuol dire scegliere: Sbagliare ma scegliere-
Colui che è risultato vincente nelle primarie del partito democratico Nicola Zingaretti viene da un entroterra comunista DOC e dà l’impressione in chiave polemica di scegliere tutto ciò che il governo rifiuta o rinvia. Alla confusione si aggiunge nuova confusione.
Si parla con accenti critici del populismo dilagante ma stentiamo a intravedere il popolo.
Abbattuta (con il dolo) la figura del Re scompare inesorabilmente anche il ruolo del popolo. Rimane il suo simulacro del populismo.
Non è solo questione di parole Il Re incarna uno stile di comportamento che dà forma alle istituzioni, e alla vitalità e libertà di un popolo.