Parola di Re
L'UMI è istituita per raccogliere e guidare tutti i monarchici, senza esclusioni, al fine di ricomporre in sè quella concordia discors che è una delle ragioni d'essere della Monarchia e condizione di ogni progresso politico e sociale. Suo compito non è la partecipazione diretta alla lotta politica dei partiti, ma la affermazione e la difesa degli ideali supremi di Patria e libertà, che la mia casa rappresenta.
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MESSAGGIO DI S.A.R. IL PRINCIPE AMEDEO DI SAVOIA
Il sacrificio del Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega ci rende sempre più grati all’Arma dei Carabinieri per l’alto spirito di abnegazione posto al servizio della tutela di ogni cittadino.
Mi inchino grato al Suo alto sacrificio e sono vicino alla Famiglia e all’Arma.
Castiglion Fibocchi, 27.07.2019
Amedeo di Savoia
L'opinione di Giuseppe Borgioli.
Mani Pulite, pars destruens e pars costruens
di Giuseppe Borgioli
Francesco Saverio Borrelli già procuratore capo a Milano e come tale la mente di “mani pulite”, l’inchiesta che spazzò via la prima repubblica e il suo personale politico, fu un magistrato che ha lasciato un’orma nella vita politica italiana.Uomo culturalmente controverso veniva da una dinastia di magistrati che affondava le origini all’epoca dei Borboni.Il padre Manlio giudice, presidente di corte di appello. Era stato ufficiale di cavalleria non esente da simpatie monarchiche.Francesco Saverio Borrelli aveva i tratti e i tic del gentiluomo napoletano, diverso per carattere e formazione dai Di Pietro che occupavano la ribalta. Certo in lui la declinazione del diritto e della giustizia lo rendeva più sensibile alla tesi della sinistra. Ma in primo piano restava il diritto e l’indipendenza del magistrato si riconosceva in un dialogo serrato con la propria coscienza professionale.Io Francesco Saverio Borrelli per quel poco che ho conosciuto, lo ricordo cosi’.La valutazione della pagina di “nani pulite”, ora che appartiene al passato, merita anch’essa un’osservazione. L’azione della magistratura milanese che poi si è diffusa quasi come un virus nel resto dell’Italia, ahimè senza lo stile di Francesco Saverio Borrelli, è stata efficace. Ha colpito partiti e gruppi di pressione. Ha portato alla luce del sole i rapporti che legavano apparati pubblici a interessi economici ben localizzati.La pars destruens ha funzionato. Ma le istituzioni sono rimaste inamovibili. E’ mancata la pars costruens. In molti si aspettavano che l’Italia avrebbe voltato pagina.Sono cambiati i sistemi elettorali, sono cambiate le facce degli eletti, sono cambiate le sigle. Le regole del gioco, le istituzioni, non sono cambiate.Come si poteva pensare che un bagno di moralismo avrebbe spazzato via il malaffare? Bisognava allora prendere il coraggio di affrontare il discorso sulle istituzioni. Troppo facile fermarsi alla pars destruens, ai fuochi di artificio degli arresti eccellenti, ai processi mediatici.Più difficile accedere alla pars costruens di una assemblea costituente come chiedeva, ad esempio, Sergio Romano.Si dirò che non era compito della magistratura. E’ vero, le cose sono andate per la strada che abbiamo conosciuto.Ora non resta che seppellire i morti in attesa degli eventi che nessuno è in grado di prevedere.
L'opinione di Giuseppe Borgioli
Il fascismo di Casa Pound
di Giuseppe Borgioli
È da mesi che giornali e televisioni, agenzie italiane e straniere ci martellano sul cosiddetto “fascismo di Casa Pound”, il fascismo del terzo millennio secondo una auto confessione.
Francamente pensavamo che dopo la storiografia di Renzo De Felice e degli altri autori anche di sinistra tutti avessero capito che il fascismo storico, quello di Mussolini per intenderci, è nel bene o nel male un fenomeno irripetibile. Infatti, i militanti di Casa Pound si autodefiniscono “fascisti del terzo millennio” per marcare la loro originalità e distanza rispetto il fascismo del XX secolo. È una definizione che sa più di utopia che di rievocazione storica.
Il fascismo, sia quello diciannovista delle origini, sia il regime consolidato e sia l’estremo sussulto repubblichino resta una ideologia del Novecento consegnata al giudizio della storia.
Dietro questa adesione di sapore ideologico c’è la rabbia (in parte giustificata) di chi vede calpestati ogni giorno le attese della povera gente, di chi vede nella modernità il tentativo di omologare tutto e tutti, di chi avverte sulla propria pelle la globalizzazione come la forma più avanzata di totalitarismo.
Ma il fascismo è pur sempre una ideologia modernista, una rivoluzione anzi la rivoluzione del Novecento. E Mussolini si era abbeverato alla fonte del pensiero rivoluzionario e postrivoluzionario soprattutto francese. Faceva onore al nome Benito, come Benito Juarez il rivoluzionario messicano-
Quando scoppiano le bagarre fra i militanti di Casa Pound e i centri sociali, la sinistra parteggia per questi ultimi senza rendersi conte conto che si tratta di liti (violente) fra consanguinei.
La Monarchia è un’altra cosa. Non è un’ideologia. È un principio dell’organizzazione della società e degli stati.
Non avrebbe senso parlare della “Monarchia del terzo millennio”.
In una antica leggenda il tempo bussò alle porte dei potenti che gli aprirono intimoriti.
Bussò anche alle porte del Re che non gli aprì perché – disse - io appartengo alla storia.
Salerno: Mario Pizzolorusso nuovo commissario provinciale
Il Presidente Nazionale dell’U.M.I., Avv. Alessandro Sacchi, ha nominato Mario Pizzolorusso Commissario provinciale di Salerno della nostra Associazione. A Mario Pizzolorusso, storico iscritto dell’U.M.I. di Salerno, vanno i migliori auguri di buon lavoro.
Mario Pizzolorusso, neo commissario provinciale di Salerno, mentre saluta S.A.R. il Principe Amedeo di Savoia