Il Prof. Giuseppe Basini, Compontente dell'Ufficio di Presidenza dell'Unione Monarchica Italiana, è stato eletto alla Camera dei Deputati. Congratulazioni!

Il Prof.Giuseppe Basini durante una manifestazione organizzata dall'Unione Monarchica Italiana.

Se la redazione di TIME non seguisse le regole non scritte del  “ politically correct” avrebbero dovuto dedicare la copertina dell’anno 2017 a Donald Trump.Indipendentemente dal giudizio di merito sulla sua politica e’ difficilmente contestabile che il 2017 l’abbia visto protagonista fella scena politica internazionale.Sulla vicenda di Gerusalemme capitale effettiva fi Israele Trump ha segnato una svolta  che cambierà ,  in bene o in male, il quadro dei rapporti in medio oriente. In materia di politica l’abbattimento delle tasse sta dando nuovo impulso  al capitalismo americano e  costringerà  gli altri paesi  a cambiare o modificare rotta.Trump ha sovvertito la logica delle trattative commerciali senza riguardi per quanto avevano concluso o avviato a conclusione i suoi  predecessori dimostrando di voler onorare  solo le promesse elettorali.La stessa crisi dell’Iran  ha dimostrato che quel regime non gode di buona salute e che non  e’ affidabile per gli accordi sottoscritti dall’allora segretario di stato John Kerry.La stessa Corea del Nord sembra ammansita dall’atteggiamento non arrendevole dell’amministrazione americana.Le difficoltà per Trump insorgono nella politica interna. Il libro di Micheal Wolff  e ‘ il segnale di un malessere che si accentuerà in vista delle elezioni di mezzo termine. Resta il capitolo dei rapporti con l’Unione Europea che però non preoccupa gli Stati Uniti. Troppo divisa e indebolita l’Europa si troverà ad affrontare il dopo elezioni in Italia e il muovo governo in Germania  e a decidere una volta per tutte cosa intende fare “da grande”.A molti osservatori europei ( e italiani) sfugge la natura dell’ impero commerciale e economico  che rappresentano gli Stati Uniti. Alberto Pirelli, il fondatore dell’impressa omonima, che capiva, già negli anni ’30, il ruolo della politica internazionale e  diede vita a Milano  all’ISPI, si recò da Mussolini, avviato alla alleanza con Hitler, per aprirgli gli occhi,Gli parlò degli Stati uniti d’America e della potenza industriale di quella società. Ma Mussolini stentava a capire, Pirelli sconsolato se tornò a Milano e come estremo tentativo di far cambiare idea al duce gli mandò l’elenco telefonico di New York,Oggi come allora gli Stati Uniti godono di tre vantaggi strategici, per così dire tre posizioni di rendita: la lingua madre  ( l’inglese) parlata in tutto il modo, il dollaro la moneta riconosciuta ed accettata universalmente, la geopolitica  con  la doppia esposizione degli Stati Uniti sull’Atlantico e sul Pacifico.Gli Stati Uniti sono una repubblica’?  No, sono un impero.Il presidente degli Stati Uniti nomina e revoca i ministri come Giorgio III si comportava con  i  membri del suo gabinetto.Sono di fatto una monarchia elettiva. E’ bene che noi , almeno noi, cominciamo a chiamare le cose con il proprio nome.

Giuseppe Borgioli     

L'Unione Monarchica Italiana - pur nel dovuto rispetto per le altrui opinioni - prende atto con profondo rammarico delle parole e del contenuto della dichiarazione con la quale le Comunità Ebraiche richiedono la revoca della intitolazione alla memoria del Re Vittorio Emanuele III di Biblioteche, Scuole, Istituti ed enti vari.

L'UMI, in omaggio alla verità storica, ricorda che:

- nel 1848, lo Statuto, concesso dal Re Carlo Alberto, stabilì, tra l'altro, i diritti civili e la libertà di culto per gli ebrei del Regno di Sardegna, diritti e libertà estese, con l'Unità, a tutto il Paese, compresa Roma,

-il Governo Mussolini ebbe la fiducia della Camera dei Deputati con 305 voti, dei quali solo 35 fascisti.

Gli altri 270 erano liberali e popolari.

In particolare, i popolari, dopo aver posto il veto ad un nuovo Governo Giolitti, espressero il loro consenso con un forte discorso di quello che allora era il loro capogruppo alla Camera (il cui nome, per chi lo avesse dimenticato, era Alcide De Gasperi) ed ebbero illustri personalità tra ministri e sottosegretari, come gli onorevoli Meda e Gronchi che divenne poi, addirittura, Presidente della Repubblica.

-le leggi in questione furono controfirmate (dopo tre rifiuti) dal Capo costituzionale dello  Stato, in quanto votate dal Parlamento. Tali leggi furono revocate immediatamente dopo la caduta del fascismo.

-il Re e la Regina Elena furono anch'essi vittime - come innumerevoli italiani - della tragedia della guerra, con la morte, dopo atroci sofferenze, della figlia Mafalda, in un campo di concentramento nazista,

L'UMI, proprio nell'anniversario degli eventi del 1917/1918, desidera ribadire che il nome di Vittorio Emanuele III, il Re di Peschiera e di Vittorio Veneto, resta indissolubilmente legato a quella Vittoria che, ottenuta, con enormi sacrifici di uomini e donne, sotto la Sua guida, unitamente a quella del Generale Diaz e del Duca d'Aosta, compì l'unificazione della Patria.

Roma, 4 gennaio 2018.

Avv. Alessandro Sacchi

 
 
 
 
 
Italiani,
nell'anno che sta per iniziare, ricorderemo che, un secolo orsono, si concluse
vittoriosamente quella guerra che - pur tra grandi controversie,contraddizioni,
contrasti,tra inenarrabili eroismi, sacrifici,sofferenze di uomini e donne, tutti
variamente impegnati nel conflitto - compì l'unificazione spirituale e territoriale
della Patria.
Con essa ricorderemo, con gratitudine e affetto, la figura di Vittorio Emanuele
III, il Re di Peschiera e di Vittorio Veneto, il Re che, quotidianamente, nelle
trincee, soldato fra i soldati, fu l'anima della resistenza e della vittoria, il Re
al quale, da tempo,una critica prevenuta e faziosa, attribuisce - per altri eventi
- responsabilità per lo meno non solo sue.
Ricorderemo pure che centocinquanta anni orsono scomparve una delle menti
più straordinarie che il genio italiano abbia dato alla cultura universale:
Gioachino Rossini.
La celebrazione di questi fatti e di questi uomini, sarebbero - come amo
ripetere - vuota retorica se non contribuissero a coltivare la nostra memoria e
le nostre radici.
Esse costituiscono, infatti, per noi tutti, l'indispensabile fondamento della forza
morale necessaria per affrontare la nostra esistenza di popolo, in un momento
di grandi difficoltà civili, politiche,economiche e sociali, difficoltà che, come
sempre, caratterizzano la vita dei più deboli e dei più indifesi.
Ad essi, in particolare, si rivolge il mio pensiero, con affetto e solidarietà.
A tutti, comunque, giunga memore, sentito, cordiale, l'augurio di un buon
Natale, unito alla speranza che il nuovo anno sia foriero di migliori fortune!
Viva l'Italia!
Amedeo di Savoia
Castiglion Fibocchi, 24 dicembre 2017
 
 

 

di Giuseppe Borgioli

L’annuncio del presidente Trump di spostare la sede dell’ambasciata americana a Gerusalemme ha sconvolto il medio oriente e la diplomazia (ufficiale e informale) si e’ messa al lavoro per scongiurare l’evento o ridurre  l’impatto delle conseguenze . Eppure la decisione di Trump era gia’ nota nel suo programma presidenziale e il congresso americano ha da vent’anni approvato la risoluzione di considerare a tutti gli effetti Gerusalemme come capitale di Israele.

Era il più anziano sovrano d’Europa, Michele I di Romania, Hohenzollern-Sigmaringen, uno degli ultimi Capi di Stato della seconda guerra mondiale insieme a Simeone II di Bulgaria, figlio di Re Boris III e di Giovanna di Savoia, figlia di Re Vittorio Emanuele III.

Re Michele, al quale il titolo sovrano era stato riconosciuto dalla Repubblica di Romania, discendente della Regina Vittoria d’Inghilterra e cugino di terzo grado della Regina Elisabetta II, era nato a Sinaia nel castello di Foişor il 25 ottobre 1921, figlio del Principe della corona Carlo e di Elena di Grecia, era cugino di primo grado di S.A.R. il Principe Amedeo di Savoia, Duca d'Aosta.

Ha avuto una vita travagliata Re Michele, come la Romania nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Prima alleata di Hitler con il dittatore Ion Antonescu, poi di Inghilterra, Francia, Stati Uniti e Russia a seguito di un colpo di stato attuato dallo stesso sovrano il 23 agosto 1944, quando il dittatore fu destituito. Questo, tuttavia, non impedirà ai sovietici di occuparla e di instaurare un regime comunista.

Michele fu Re dal 1927 soggetto ad una reggenza all'8 giugno 1930 e dal 6 settembre 1940 al 30 dicembre 1947, quando fu deposto dai comunisti che nel frattempo avevano conquistato il potere al seguito delle armate sovietiche.

Gli fu assegnato il più alto grado della legione di merito da parte del Presidente degli Stati Uniti Harry Truman. Decorato con l'ordine della Vittoria sovietico da Stalin per il coraggio personale nel rovesciare Antonescu, e per aver posto fine alla guerra della Romania contro gli Alleati, non poté evitare l’invasione e la instaurazione di un regime comunista. Nel corso del 1947 i comunisti imposero la “dittatura del proletariato” e costrinsero Michele ad abdicare il 30 dicembre dello stesso anno. Si recò dapprima in Inghilterra, dove aveva conosciuto la principessa Anna di Borbone Parma, che poi sposerà, quindi in Svizzera a Losanna, dove lavorò per un'industria locale.

Caduto il regime comunista di Ceauşescu Re Michele tentò più volte di rientrare in patria, sempre fermato alla frontiera, fino a quando poté definire con il governo repubblicano le condizioni per tornare in Romania dove fu accolto da più di un milione di persone. Aveva stabilito la sua residenza nel Palazzo di Elisabetta dove riceveva autorità e concittadini.

Michele I ha avuto cinque figlie, Margherita, Elena, Irina, Sofia e Maria.