Oggi, 2 luglio 2018, il Presidente Nazionale dell’U.M.I., Avv. Alessandro Sacchi, ha nominato Commissario per la Regione Puglia il Gen. Pasquale Stella.

Al. Gen. Stella, i migliori auguri di buon lavoro dall'U.M.I.

    

PENALIZZATA DALLE POLITICHE FISCALI

LA FAMIGLIA RICONQUISTI CENTRALITÀ

Diritti delle persone, pari opportunità, adozioni internazionali, disabilità, lotta agli stupefacenti, professionalità delle badanti. Il ministro Fontana dovrà rivedere le funzioni del suo dicastero

di SALVATORE SFRECOLA

 

Matteo Salvini aveva promesso in campagna elettorale un ministero “per le disabilità”. E così al punto 15 del contratto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle è indicato uno specifico impegno con il fine di proteggere, tutelare, assistere e integrare chiunque abbia una disabilità. Con l’intento di consolidare e rinnovare le politiche di protezione e inclusione dedicate alle persone con disabilità e finalizzate a garantire un concreto ed efficace sostegno durante tutte le fasi della vita.

Dal contratto al programma presentato alle Camere l’ufficio del ministro senza portafoglio Lorenzo Fontana e divenuto opportunamente “per la famiglia e le disabilità”, dacché la condizione di chi ha bisogno di essere sostenuto si ricollega strettamente alla famiglia di appartenenza la quale sovente affronta, sostenendo un peso economico mai indifferente, il grave onere dell’assistenza di un componente che soffra di disabilità. Spesso con riduzione delle possibilità di lavoro di chi assiste il disabile o con spese rilevanti quando soccorrono badanti. Un tema che il ministro dovrà affrontare sotto vari profili. Perché i badanti dovrebbero possedere un minimo di professionalità certificata dall’autorità pubblica, perché non è giusto, e La Verità lo ha già scritto, che la persona la quale usufruisce di queste prestazioni non possa alleggerire il proprio reddito a fini fiscali delle somme corrisposte al lavoratore se non in una misura assolutamente ridicola.

In una nota predisposta nella fase di elaborazione delle idee per il programma di governo, a chi me lo aveva chiesto, avevo suggerito che il nuovo ministero si chiamasse “dei diritti della persona e della famiglia”, proprio perché le condizioni che meritano di essere oggetto di trattamenti assistenziali, previdenziali ed indennitari appartengono ai diritti della persona e alla famiglia nell’ambito della quale quella persona vive.

È quindi un impegno notevole quello che il ministro Fontana assume nel costruire il suo ufficio che non potrà non ricomprendere strutture già presenti nella Presidenza del Consiglio dei Ministri, come il Dipartimento per le politiche della famiglia, presso il quale è istituita la Cegreteria tecnica della Commissione per le adozioni internazionali, il Dipartimento per le pari opportunità e il Dipartimento per le politiche antidroga. Tutte strutture riconducibili all’esigenza che la centralità della famiglia nella società italiana, così come individuata dalla Costituzione all’art. 29 che la definisce “società naturale fondata sul matrimonio”, sia oggetto di una considerazione unitaria anche dal punto di vista fiscale perché sappiamo bene che la politica tributaria ha da sempre penalizzato gravemente la famiglia, favorendo per fini fiscali le separazioni e gravando i nuclei familiari di rilevanti oneri o escludendo benefici attribuiti a soggetti e a nuclei, meritevoli di un rispetto che tuttavia non può andare a danno delle famiglie legalmente costituite. Infatti per una coppia “di fatto”, non registrata come tale, la donna è una “ragazza madre”, percepisce una indennità e sopravanza le donne sposate nelle graduatorie, ad esempio per gli asili nido. C’è una evidente disparità di trattamento.

Il ministro Fontana ha dimostrato, fin dalla sue prime dichiarazioni, di avere una percezione netta di questi problemi, giuridici e tributari, che vanno affrontati nel rispetto delle persone e nella considerazione del ruolo fondamentale della famiglia. La Costituzione - ancora una volta ignorata – ha infatti previsto all’art. 31 che “la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose”. Un progetto sul quale in Assemblea costituente si era registrata la convergenza di tutte le forze politiche di destra e di sinistra, cattoliche e laiche. Eppure i governi finora hanno trascurato questa indicazione, salvo poi a richiamare in sede elettorale l’esigenza di contrastare il calo demografico. Impossibile senza una politica per la famiglia.

Il Ministro Fontana trova un terreno arato, anche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che al tempo del governo Berlusconi 2001 2006 aveva, attraverso una specifica Commissione di studio, elaborato un documento definito “Statuto dei diritti della Famiglia” che avrebbe dovuto essere presentato come disegno di legge ma che per il finire della legislatura rimase nei cassetti anche se, come La Verità ha ricordato, quella iniziativa non è andata del tutto perduta. Infatti i senatori Paola Binetti ed Antonio De Poli ne hanno preso uno degli spunti di quel testo e presentato un disegno di legge istitutivo di una “Autorità garante della famiglia”. Nel costruire il suo ufficio il ministro Fontana non potrà, inoltre, non acquisire alla sua competenza la Divisione V della Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale del Ministero del lavoro, oggi unificato nel Ministero dello sviluppo economico, che si occupa specificamente delle politiche sociali per le persone con disabilità e per le persone non autosufficienti e dell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità.

È evidentemente un impegno notevole quello che attende il ministro che nasce senza portafoglio ma che dovrà trovare inevitabilmente delle risorse perché l’attività di coordinamento e di programmazione delle iniziative nel settore non si fa esclusivamente con direttive ministeriali e con sollecitazioni ai ministri titolari di competenze specifiche. In sostanza la situazione dei diritti delle persone e della famiglia, comprese le questioni relative alla disabilità, richiede la concentrazione in un ministero di competenze sparse ai vari livelli burocratici, in qualche modo riconducibili ai diritti delle persone, della famiglia e alle disabilità

di Giuseppe Borgioli

Vi sono regimi che sono crollati in seguito a disfatte militari. Altri che sono caduti sotto il peso corruzione. Altri ancora per le lotte intestine.

Questa repubblica quando cadrà sarà per il narcisismo dei suoi capi.

Bastava osservare dal buco della serratura il ricevimento offerto dalla presidenza della repubblica nei giardini del Quirinale.

Quelle facce sorridenti dei nuovi padroni, quelle strette di mano non sincere, quelle foto con strizzatine d’occhio. Non si può dire che i nuovi padroni fautori del governo del cambiamento ci abbiano messo per ambientarsi nei palazzi del potere che segue i rituali di sempre.

Ad un governo che si accinge ad affrontare problemi che farebbero tremare le vene dei polsi a ciascuno di noi si chiede un nuovo stile che non si attaglia alle vecchie istituzioni.

Tutto è ridotto ad un gioco degli scacchi dove la bravura dei singoli politici è data dalle mosse che hanno fatto.

I più intelligenti (e onesti) hanno capito che la crisi politica del sistema stava per diventare crisi istituzionale.

Luigi Di Maio in un passaggio della crisi ha attaccato direttamente e duramente il presidente Sergio Mattarella che aveva posto il veto su Paolo Savona a come ministro dell’economia. Qualcuno a torto o a regione ha tirato in ballo l’impeachment del presidente.

La grande trovata è stata quella di spostare Paolo Savona alle politiche comunitarie europee. Tutto qui? E ‘ questa la mossa strategica, il colpo di genio?

Chi ha vinto o chi ha perso, o meglio chi ha perso la faccia in questa vicenda grottesca? Come faranno questi signori a chiedere sacrifici ali Italiani?

La terza repubblica non nasce sotto il segno dell’onestà intellettuale.

Staremo a vedere. Forse non moriremo sudditi della repubblica.

( dal sito:www.ansa.it)

CAMPOBASSO, 7 MAG - Il Comune di Campobasso "sta facendo un errore storico". Così il consigliere comunale Francesco Pilone (Laboratorio Civico) interviene sulla decisione della competente Commissione consiliare di intitolare l'esistente Piazza Savoia ai giudici Falcone e Borsellino. "Non vorrei essere frainteso - sottolinea l'esponente della minoranza - massimo rispetto per due martiri della lotta alla mafia e testimoni di legalità, ma come amministratori abbiamo il dovere di tutelare il discorso storico della città che si caratterizza anche attraverso la sua toponomastica". Pilone fa osservare che da Piazza Savoia si snoda un percorso storico a raggiera che interessa molte strade: Via Duca d'Aosta, via Duca degli Abruzzi, Principe di Piemonte, Conte Rosso, corso Vittorio Emanuele, viale Elena, via Petrella, via Mazzini, via Cavour, via Garibaldi, Piazza della Vittoria, solo per citarne alcune, per poi arrivare a via 24 Maggio, via 4 Novembre e altre intitolate a esponenti che hanno segnato la storia d'Italia e del Molise.

La conferenza organizzata dall’U.M.I. di Torino, ha avuto luogo presso l’Hotel Golden Palace nel centro storico della città, grazie all’organizzazione del Presidente provinciale Gen. B. (aus.) Roberto Lopez e del membro dell’Ufficio di Presidenza nazionale avv. Edoardo Pezzoni Mauri. L’Evento ha visto una nutrita partecipazione di pubblico, con la presenza anche di molte persone esterne al mondo monarchico. Iniziata con un breve prologo a cura del Gen. Roberto Lopez, la conferenza ha trovato pieno sviluppo con gli interventi della dott,ssa Enrica Perucchietti (giornalista e scrittrice), del Prof. Diego Fusaro (filosofo) e del Prof. Francesco Forte (ex ministro). I contenuti  della conferenza sono risultati particolarmente graditi, in particolare è stato apprezzato il messaggio relativo alla mancanza di sovranità dello Stato come causa principale delle carenze funzionali dello stesso,  mancanza indotta da azioni esogene ad esso da parte di poteri privati e/o statali contrapposti. E’ intervenuto anche l’avvocato Mauri che ha presentato l’ex ministro Forte e la sua azione politica sempre conforme agli interessi nazionali nel quadro del contesto europeo. Al termine della conferenza, il Gen. Lopez ha concluso ricordando ai presenti la determinazione dell’U.M.I. a difendere gli interessi nazionali e la sovranità dello Stato da ogni attacco esterno, fermo restando che la Repubblica è strutturalmente non idonea a farlo, non avendo una concezione di Stato super partes. Hanno partecipato all’evento personalità significative del mondo monarchico quali: Alessandro Pezzana da Novara, Cinzia Rastello da Alassio, l’Avv. Marco Gramegna dell’Ufficio di Presidenza dell’U.M.I., Stefano Terenghi rappresentante FMG presso l’Ufficio di Presidenza dell’U.M.I. e infine tra i rappresentanti politici locali, i consiglieri regionali Andrea Tronzano e l’avv. Galasso. All’evento hanno partecipato circa 130 persone.

Il tavolo dei relatori

La Sala

da sx: il Prof.Francesco Forte e gli organizzatori dell'evento, il Gen. Roberto Lopez

e l'Avv. Edoardo Pezzoni Mauri