Al Signor Sindaco
Valter Orsi
Schio
 
 
 
Signor Sindaco,
sono molto grato dell'invito rivoltomi per l'odierna manifestazione celebrativa e, al
tempo stesso,sono profondamente dispiaciuto di non poter partecipare.
     Infatti ritengo sempre molto opportuno riflettere sul proprio passato e, come in questo
caso,coltivare ancheil ricordo deisacrifici, degli eroismi,del dolore che
caratterizzarono quegli eventi, traendone la forza morale per affrontare pacificamente le
grandi sfide del nostro tempo.
     Spiritualmente presente,Vi ringrazio ancora ed invio a Lei, all'Arciduca Markus, al
dr. Mieli, alle Autorità,ai partecipanti tutti,il mio fervido, memore, cordiale saluto
 
Amedeo di Savoia
 
Castiglion Fibocchi, 9 giugno 2018

Nella serata di sabato 2 giugno presso il Grand Hotel Leon D'oro di Bari si è svolta la tappa pugliese di presentazione del libro CONVERSAZIONE SULLA MONARCHIA edito dalla Casa Editrice Historica scritto dal giornalista Rai Parlamento Adriano Monti Buzzetti Colella e da Alessandro Sacchi Presidente dell"Unione Monarchica Italiana. Nonostante il forte caldo la Bari e la Puglia monarchica hanno accolto con presenza ed attenzione il "racconto scritto" dedicato alla Monarchia come valore universale ed istituzionale che guarda in avanti al futuro partendo dalla Storia passata dell'Italia, senza eludere le domande di sempre e le più comunemente diffuse: Monarchia-Fascismo, leggi razziali, Governo del Sud.Insomma, una conversazione trascritta a tutto tondo, senza timori o difesa d’ufficio. Gli applausi finali convinti dei partecipanti hanno sancito ed unito la forza l'Idea e la speranza per una prossima Italia Monarchica.

da sx: Oronzo Cassa, Segretario Nazionale U.M.I., Franco Tempesta, moderatore dell'incontro, l'Avv. Alessandro Sacchi, Presidente Nazionale U.M.I.,il Dott. Adriano Monti Buzzetti Colella

La sala

L’Unione Monarchica Italiana, nel 72° anniversario del Referendum truffaldino che impose alla maggioranza degli italiani una Repubblica non amata e mai del tutto accettata, prende atto della stasi istituzionale.

Auspica un ritorno alla Sovranità popolare, con l’abrogazione dello ingeneroso e stantio art.139 della Costituzione, augura all’Italia migliori fortune ed invoca a gran voce l’elezione di un Assemblea Costituente, che riscriva delle condivise regole del gioco, a cominciare da una nuova e definitiva legge elettorale.

 

Avv. Alessandro Sacchi

Presidente Nazionale UMI

L’Unione Monarchica Italiana, nel prendere atto dello stato di “decozione” della Repubblica, ha il dovere di ricordare che per la soluzioni di grandi problemi, necessitano se non  grandi uomini, almeno uomini grandi.

Nel desolante panorama che le Istituzioni offrono in queste ore,  l’Unione Monarchica Italiana ricorda a quanti hanno a cuore le sorti della Patria, che in Politica non conta il solo risultato numerico, ma il benessere dei cittadini.

La Politica esige il rispetto della volontà popolare ed un arbitro, che in posizione terza ed imparziale controlli il rispetto delle regole del gioco.

L’Unione Monarchica Italiana, più antica e numerosa associazione di cittadini che pensano alla Monarchia Costituzionale e Parlamentare, come  elemento preliminare al fine di  curare le malattie costituzionali da cui l’Italia è affetta, invoca  a gran voce una fase costituente che riformi  la Cosa pubblica con nuove fondamenta condivise.

Costituente, subito.

                                                    Avv. Alessandro Sacchi

                                                                                                   Presidente Nazionale UMI

( articolo pubblicato sul sito www.lanazione.it )

Arezzo, 28 maggio 2018 - Ci fosse stato lui al Quirinale, come pure accadeva per i suoi antenati, adesso Paolo Savona sarebbe ministro dell’economia e non saremmo di fronte a una crisi che ricomincia punto e a capo. Sì, ha le idee chiare Amedeo d’Aosta (anzi, «di Savoia», come dice lui) quando di domenica mattina alza il telefono e chiama La Nazione, il quotidiano che il Duca ha sempre detto essere un punto di riferimento per lui: «Dipendesse da me - spiega secco - io Savona lo nominerei subito».

Ohibò, che anche un rampollo di famiglia reale si sia convertito al populismo grillin-leghista? «Niente di più sbagliato - replica lui - non ho votato nè per la Lega nè per i Cinque Stelle. Ma mi pare giusto che adesso governino con gli uomini che si scelgono. Le elezioni le hanno vinte loro, per me è un problema di democrazia».

Ma come la mettiamo con le posizioni eterodosse di Savona che per Mattarella scatenerebbero una reazione degli altri paesi della Ue? «Non c’entra. Chi vince decide gli uomini che saranno al potere. Se no che si fanno a fare le elezioni?».

Amedeo si ferma qui. E’ una delle sue rarissime incursioni nel terreno politico-istituzionale dal quale si è sempre tenuto alla larga. Solo qualche volta, ai tempi della prima repubblica, si fece il suo nome come quello di un possibile candidato alle elezioni per i partiti di centro alleati della Dc. Non il partito repubblicano, ovviamente, che forse sarebbe stato un controsenso per uno che dopo tutto monarchico deve esserlo per definizione. Ma è appunto una delle poche eccezioni di un personaggio che di politica attiva non si è mai interessato.

Di lui semmai si è parlato per la contesa su chi sia il vero capo della casa reale e quindi il pretendente al trono. Ma nella spaccatura verticale col cugino Vittorio Emanuele lui ha sempre saggiamente detto che «prima bisognerebbe ci fosse un trono cui aspirare». Per il resto, il duca continua a dividersi fra la casa di Meliciano e Pantelleria, soddisfatto semmai di aver vinto finalmente la causa sul cognome Savoia con Vittorio Emanuele e il figlio.

Il blog di Paolo Gambi 

(fonte:http://blog.ilgiornale.it/gambi/?repeat=w3tc )

Cosa sarebbe successo se invece del presidente Mattarella ci fosse stato il Re?

Che è un po’ come chiedersi cosa sarebbe successo se la nuova Italia del Dopoguerra non fosse nata repubblicana grazie a strane macchinazioni e  probabili brogli, ma fosse rimasta monarchica.

Intanto il Re non avrebbe vissuto nessun complesso di inferiorità nei confronti dell’Unione Europea, considerando che ben 7 Paesi dell’attuale Unione Europea – tra i più importanti – hanno un Monarca: Gran Bretagna, Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Svezia, Spagna. E non se la passano così male. A questi si devono aggiungere anche Norvegia, Principato di Monaco, Andorra, Liechtenstein. E pure il Vaticano.

E tramite intrecci matrimoniali vari i Monarchi hanno sempre saputo tessere tele di straordinaria efficacia.

Poi di certo il Re non avrebbe avuto nessuno a cui render conto. Un Re non è eletto, né ricandidabile, non ha partito politico d’origine né di riferimento.

Un Re avrebbe sostenuto sempre e comunque gli interessi della Nazione ed avrebbe difeso e sostenuto la sua Democrazia.

Un Re (magari non fosse stato un Savoia) avrebbe ascoltato quelli che parlano italiano, non quelli che gridano in tedesco.

Ma in Italia ce ne freghiamo dei brogli, del vantaggio della Nazione e pure della Democrazia.

Per cui ci teniamo al Quirinale un presidente che fa ciò che Mattarella ha appena fatto.

E che per fare ciò ci costa circa 240 milioni di euro all'anno. Quando la Regina d’Inghilterra pesa sulle casse dello Stato appena 80 milioni di sterline. E le restituisce ampiamente in pubblicità al primo Royal wedding.

Chissà, magari Di Maio e Salvini se ne renderanno conto e invece di invocare l’impeachment abrogheranno l’articolo 139 della Costituzione.