Il Prof. Giuseppe Basini è stato eletto alla Camera dei Deputati.
Il Prof. Giuseppe Basini, Compontente dell'Ufficio di Presidenza dell'Unione Monarchica Italiana, è stato eletto alla Camera dei Deputati. Congratulazioni!
Il Prof.Giuseppe Basini durante una manifestazione organizzata dall'Unione Monarchica Italiana.
Comunicato stampa.
L'Unione Monarchica Italiana - pur nel dovuto rispetto per le altrui opinioni - prende atto con profondo rammarico delle parole e del contenuto della dichiarazione con la quale le Comunità Ebraiche richiedono la revoca della intitolazione alla memoria del Re Vittorio Emanuele III di Biblioteche, Scuole, Istituti ed enti vari.
L'UMI, in omaggio alla verità storica, ricorda che:
- nel 1848, lo Statuto, concesso dal Re Carlo Alberto, stabilì, tra l'altro, i diritti civili e la libertà di culto per gli ebrei del Regno di Sardegna, diritti e libertà estese, con l'Unità, a tutto il Paese, compresa Roma,
-il Governo Mussolini ebbe la fiducia della Camera dei Deputati con 305 voti, dei quali solo 35 fascisti.
Gli altri 270 erano liberali e popolari.
In particolare, i popolari, dopo aver posto il veto ad un nuovo Governo Giolitti, espressero il loro consenso con un forte discorso di quello che allora era il loro capogruppo alla Camera (il cui nome, per chi lo avesse dimenticato, era Alcide De Gasperi) ed ebbero illustri personalità tra ministri e sottosegretari, come gli onorevoli Meda e Gronchi che divenne poi, addirittura, Presidente della Repubblica.
-le leggi in questione furono controfirmate (dopo tre rifiuti) dal Capo costituzionale dello Stato, in quanto votate dal Parlamento. Tali leggi furono revocate immediatamente dopo la caduta del fascismo.
-il Re e la Regina Elena furono anch'essi vittime - come innumerevoli italiani - della tragedia della guerra, con la morte, dopo atroci sofferenze, della figlia Mafalda, in un campo di concentramento nazista,
L'UMI, proprio nell'anniversario degli eventi del 1917/1918, desidera ribadire che il nome di Vittorio Emanuele III, il Re di Peschiera e di Vittorio Veneto, resta indissolubilmente legato a quella Vittoria che, ottenuta, con enormi sacrifici di uomini e donne, sotto la Sua guida, unitamente a quella del Generale Diaz e del Duca d'Aosta, compì l'unificazione della Patria.
Roma, 4 gennaio 2018.
Avv. Alessandro Sacchi
Messaggio di Natale agli Italiani di S.A.R. il Principe Amedeo di Savoia.
Come aiutare Israele.
di Giuseppe Borgioli
L’annuncio del presidente Trump di spostare la sede dell’ambasciata americana a Gerusalemme ha sconvolto il medio oriente e la diplomazia (ufficiale e informale) si e’ messa al lavoro per scongiurare l’evento o ridurre l’impatto delle conseguenze . Eppure la decisione di Trump era gia’ nota nel suo programma presidenziale e il congresso americano ha da vent’anni approvato la risoluzione di considerare a tutti gli effetti Gerusalemme come capitale di Israele.
Morto Re Michele I di Romania
Era il più anziano sovrano d’Europa, Michele I di Romania, Hohenzollern-Sigmaringen, uno degli ultimi Capi di Stato della seconda guerra mondiale insieme a Simeone II di Bulgaria, figlio di Re Boris III e di Giovanna di Savoia, figlia di Re Vittorio Emanuele III.
Re Michele, al quale il titolo sovrano era stato riconosciuto dalla Repubblica di Romania, discendente della Regina Vittoria d’Inghilterra e cugino di terzo grado della Regina Elisabetta II, era nato a Sinaia nel castello di Foişor il 25 ottobre 1921, figlio del Principe della corona Carlo e di Elena di Grecia, era cugino di primo grado di S.A.R. il Principe Amedeo di Savoia, Duca d'Aosta.
Ha avuto una vita travagliata Re Michele, come la Romania nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Prima alleata di Hitler con il dittatore Ion Antonescu, poi di Inghilterra, Francia, Stati Uniti e Russia a seguito di un colpo di stato attuato dallo stesso sovrano il 23 agosto 1944, quando il dittatore fu destituito. Questo, tuttavia, non impedirà ai sovietici di occuparla e di instaurare un regime comunista.
Michele fu Re dal 1927 soggetto ad una reggenza all'8 giugno 1930 e dal 6 settembre 1940 al 30 dicembre 1947, quando fu deposto dai comunisti che nel frattempo avevano conquistato il potere al seguito delle armate sovietiche.
Gli fu assegnato il più alto grado della legione di merito da parte del Presidente degli Stati Uniti Harry Truman. Decorato con l'ordine della Vittoria sovietico da Stalin per il coraggio personale nel rovesciare Antonescu, e per aver posto fine alla guerra della Romania contro gli Alleati, non poté evitare l’invasione e la instaurazione di un regime comunista. Nel corso del 1947 i comunisti imposero la “dittatura del proletariato” e costrinsero Michele ad abdicare il 30 dicembre dello stesso anno. Si recò dapprima in Inghilterra, dove aveva conosciuto la principessa Anna di Borbone Parma, che poi sposerà, quindi in Svizzera a Losanna, dove lavorò per un'industria locale.
Caduto il regime comunista di Ceauşescu Re Michele tentò più volte di rientrare in patria, sempre fermato alla frontiera, fino a quando poté definire con il governo repubblicano le condizioni per tornare in Romania dove fu accolto da più di un milione di persone. Aveva stabilito la sua residenza nel Palazzo di Elisabetta dove riceveva autorità e concittadini.
Michele I ha avuto cinque figlie, Margherita, Elena, Irina, Sofia e Maria.
"Preventi" di guerra...... di Giuseppe Borgioli
Il precipitare degli avvenimenti nel Sud Est asiatico restringe il margine di ogni previsione e analisi. E' abbastanza chiaro che il nipote e l'erede politico di Kim II Sung ( il vero padre della Corea del Nord) ha un disegno strategico. La sua non è semplice follia guerrafondaia. Per capire meglio la situazione e i rapporti che vengono a stabilirsi fra le potenze in campo bisogna non perdere di vista la geopolitica. La geografia è tornata a orientare la politica degli stati e ogni soggetto cerca di conquistare un posto migliore a teatro.
E' evidente che il quadro di riferimento della Corea del Nord è il Sud Est asiatico in cui aspira ad un ruolo di media potenza atomica che usa il deterrente nucleare per raggiungere i suoi obiettivi espansionistici che restano prevalentemente militari anche perchè l'economia locale offre a breve grandi chance: dalla vicina e attraente Corea del Sud al resto della penisola indocinese. Sotto questo aspetti il patronage cinese è giunto al copolinea. La Cina ha interessi (strategici e economici) troppo diversi per imbarcarsi nelle avventure nordcoreane.
Gli Stati Uniti hanno interessi e allaeti vitali inb questa aarea e non possono permettersi di stare alla finistra.Non dimentichiamoci che gli Stati Uniti (è un loro punto di forza) hanno una Casa con doppia esposizione sull'Adriatico e sul Pacifico.
Si direbbe che la loro posizione geografica li ha destinati ad un ruolo globale naturale.L'isolazionismo è un lusso che neppure Trump può permettersi. Se si accetta il paradosso, ridotte le proporzioni, questo è un pò quello che accade alla nostra Italia nel centro del Mediterraneo che non può dotarsi di una politica estera attiva.
Ma nel nostro caso dovremmo in via prioritaria restaurare lo Stato.
Come si dice, questà è un'altra storia.
Giuseppe Borgioli