IL POSTO A TAVOLA

di Giuseppe Borgioli

La mia famiglia era povera, misera non miserabile, con i miei genitori che tenevano a un certo decoro. Uno dei riti principali della mia famiglia era il posto a tavola. Mio padre era il capotavola che rispecchiava la sua condizione di capofamiglia. Di fronte a lui sedeva mio fratello di molti anni più vecchio di me. Io sedevo di fronte alla mamma che si posizionava in modo da essere sempre disponibile, il più delle volte stava in piedi e pronta a governare la tavola. Ho sempre pensato che la nostra tavola con i posti assegnati ì per una consuetudine che nessuno di noi osava mettere in discussione fosse un piccolo capolavoro di armonia politica e istituzionale. Ad ogni posto corrispondeva un livello espresso o inespresso di autorità. Se qualcuno mi domandasse se nel mio piccolo mondo domestico era più importante il ruolo di mio padre o di mia madre avrei un po’ di esitazione nel rispondere. Non lo so se la costituzione repubblicana, uscita dal compromesso, sia la “migliore del mondo” secondo la vulgata ripetuta in ogni occasione, ma posso assicurare che il modello di convivenza e codecisione attuato nella mia famiglia aveva molto da insegnare ai nostri padri costituenti. Ogni ruolo obbediva a una logica naturale senza prevaricazioni o abusi. Nella mia famiglia si guardava con sospetto al ”gerarchismo” che si attribuiva al peggior fascismo puntualmente reincarnati nella insorgente partitocrazia. Dopo più di 70 anni siamo ancora al punto di partenza. Riconoscere il posto a tavola come galateo istituzionale non scritto ma impresso nel carattere (direi nello stile) della gente, anche dei politici. Fra poco più di un anno e mezzo avremo le elezioni presidenziali che ci hanno abituato ad uno sorta di “caos calmo“ all’interno del sistema politico. Non è più solo questione di uomini o di partiti . Ormai è solo lotta per il potere, che si esercita per bande . Non riusciamo a metterci d’accordo nemmeno su chi ha il compito di sparecchiare le tavola. Sarà divertente (per noi motivo di sofferenza) assistere allo spettacolo di queste elezioni presidenziali. I buffet della politica saranno assaltati dai nuovi “padroni”. Capisco che Matteo Renzi non voglia perdersi l’ occasione e tenti di tenere in vita la legislatura. Il suo protagonismo lo ucciderà. Ma quanti nemici ha questo “regime”: Renzi, Salvini, Di Maio, Conte…..Ritornano di moda i “salvatori della patria”. Povera patria, con questi candidati salvatori non c’è da sperare bene. Rimane il rimpianto di quei posti a tavola che segnavano la regola di una antica compostezza . L’ho capito tardi. Allora da ragazzo non davo importanza a questi dettagli. La vita autentica è fatta di dettagli.