Governano Comitati e Cabine di regia mentre il governo abdica al suo ruolo politico

L’Italia è ogni giorno più governata da elementi estranei alle istituzioni, con effetti devastanti sulla normativa adottata, incostituzionale e confusa, secondo il giudizio impietoso di illustri giuristi, anche di area. Presidente del consiglio e ministri, tutti hanno creato un comitato, una task force, una cabina di regia, per ricevere indicazioni sul da farsi, oltre 450 “esperti”, quasi sempre teorici senza esperienza operativa, per svolgere attività per le quali vi sono strutture amministrative dedicate, con funzionari di prim’ordine.

La politica ha abdicato alla sua funzione fondamentale che è quella di decidere governando con l’Amministrazione e questo preoccupa fortemente l’Unione Monarchica Italiana, da sempre attenta al buon funzionamento delle istituzioni in un ordinamento parlamentare. Anche per la contemporanea emarginazione delle Camere, chiamate ad approvare, senza discussione, solo mozioni di fiducia.

A Palazzo Chigi, accanto al Comitato tecnico scientifico, per le misure di contenimento dell’epidemia dal coronavirus, adesso c’è un Comitato di esperti che dovrà elaborare e proporre iniziative per stabilire le modalità di una ripresa graduale delle attività economiche e sociali, la cosiddetta “fase due”. Ma non basta. Perché, ultimo in ordine di tempo, anche il Ministro dell’Istruzione ha voluto il suo comitato per definire le modalità di apertura delle scuole a settembre. Inutile spiegare al Ministro che accade dal 1861 che le scuole riaprano a settembre. Vi hanno sempre provveduto funzionari di grande esperienza, al ministero e nei provveditorati agli studi. A dimostrazione della inadeguatezza della classe politica al governo che non conosce neppure le strutture amministrative delle quali dovrebbe servirsi per governare o con esse non riesce a dialogare.

Roma, 19.04.2020

Il Presidente Nazionale

Avv. Alessandro Sacchi

NEI SECOLI FEDELE

Giuseppe Borgioli

In questi giorni di reclusione non mi danno sollievo le persone che cantano a squarciagola dai balconi o i tanti esempi che la cronaca insolitamente deamicisiana ci propone a commento della tragedia del coronavirus. C’è un episodio che mi ha stupito e ridato speranza. Si dice che il cane che morde il passante non fa notizia ma il passante che morde il cane quello sì che fa notizia. Mi pare sia stato ad Imola, la scorsa settimana, un signore anche lui recluso in casa per contrastare la pandemia, privo di mezzi perché impedito di lavorare  (la repubblica è fondata sul lavoro o sulla quarantena? ) ha telefonato alla locale stazione dei Carabinieri per  raccontare la sua condizione: “ ho fame…” immagino che abbia aggiunto che aveva finito le scorte del cibo e del denaro  e si rivolgeva allo Stato a quello Stato che a torto o a ragione lo costringeva in casa e gli impediva l’esercizio del diritto-dovere sacrosanto del lavoro per mantenere la sua famiglia. La storia ha veramente un seguito deamicisiano perche i Carabinieri di Imola non hanno aperto un fascicolo, non sono ricorsi alla burocrazia.  Hanno semplicemente mobilitato le loro mogli che hanno risposto all’ appello con un pranzo. Non so se è stata attivata una linea di assistenza come sarebbe ragionevole in queste circostanze. Il mio stupore che mi dà da pensare è un altro. Un cittadino in condizioni di necessità non ha chiamato la Caritas o la Comunità di Sant’Egidio come forse avrei fatto io. Ha chiamato i Carabinieri, cioè lo Stato. Lo Stato – per mano del governo – mi ha messo in questa situazione ed io mi rivolgo allo Stato. Ha fatto bene il presidente del consiglio a ringraziare la Chiesa per l’apporto dato ad arginare il disagio sociale. La malizia mi suggerisce che dietro questa mossa ci sia anche un intento politico, sempre in agguato nella mente del professor Conte.  Non sfugge l’apporto della Chiesa nei momenti di crisi di fiducia. Il professor Conte sa bene chi deve ringraziare, il suo galateo politico è furbesco. L’abbiamo sperimentato nella conferenza stampa trasmessa a reti unificate per attaccare- fra l’altro, come se niente fosse- le opposizioni. Vivaddio l’arma dei Carabinieri dal 13 luglio 1814, quando l’allora Re di Sardegna, Vittorio Emanuele I, la fondò, è rimasta nella coscienza della gente la stessa, il simbolo della fedeltà allo Stato.

Ci ha lasciati il nostro amico e fiduciario dell'U.M.I. a Mons, in Belgio, Raphael Mastroianni, a poche ore dalla scomparsa del padre, probabilmente a causa del coronavirus.
L'Unione Monarchica Italiana si stringe alla famiglia con affetto.
Ciao Raphael, ci mancherai!

I.Raphael Mostroianni

Il degrado del confronto politico preoccupa i monarchici italiani

Il confronto politico sulle misure dirette a promuovere la ripresa dell’economia, dopo la crisi seguita al blocco delle principali attività industriali e commerciali a causa dell’epidemia da Coronavirus, ha assunto i toni di una esasperata contrapposizione, a volte sfociata nell’insulto.

L’Unione Monarchica Italiana, che da sempre ritiene l’arte del governo la più alta espressione di cultura politica, invita i partiti ad una più pacata analisi delle iniziative proposte dalle varie parti politiche, al fine del loro approfondimento e della individuazione delle più idonee ad assicurare all’Italia quella crescita che è condizione di benessere per i cittadini. Nel contempo torna a suggerire, sulla base dell’esperienza dei paesi più sviluppati, il ricorso ad un grande programma di investimenti in opere pubbliche infrastrutturali, delle quali l’Italia ha estremo bisogno, finanziato da un prestito nazionale, riservato ai risparmiatori italiani, da offrire a condizioni vantaggiose e coerenti con la tenuta dei conti pubblici.

Roma,11.04.2020

Il Presidente Nazionale

Avv. Alessandro Sacchi

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