Genova, la città di San Giorgio, che al suo Santo ha intitolato il ponte sorto in luogo del funesto Morandi, ha un legame sentimentale con Mosca perché San Giorgio è raffigurato nel suo stemma. Il Principe Aimone, venuto a Genova come imprenditore italiano operante in Russia e come ambasciatore a Mosca del SMOM, è stato ricevuto venerdì 22 ottobre, con gli onori riservati dai patrizi della antica Repubblica di Genova ai membri di Case regnanti. Il marchese Clavarino ha ospitato SAR in un Palazzo dei Rolli, dove è stata organizzata una cena privata alla quale hanno presenziato diversi patrizi genovesi. Alle undici il principe è stato ricevuto con i suoi accompagnatori a Palazzo Tursi dal Sindaco, Marco Bucci, che si è a lungo intrattenuto con gli ospiti che sono stati poi accompagnati a visitare le sale la pinacoteca di Tursi dove sono esposte decine di quadri dei secoli scorsi e preziose statue. Al pranzo offerto dal conte Piero Biglia di Saronno al circolo Tunnel in un altro dei palazzi dei Rolli appartenente alla famiglia D’Oria hanno partecipato fra gli altri oltre alla console di Russia il Presidente della Regione, On. Giovanni Toti, il Sindaco Dott. Marco Bucci, il Prefetto Dott. Renato Franceschelli, il Presidente ed il vice presidente della Camera di Commercio, il Presidente del Porto Antico, il rappresentante del SMOM, il presidente di Confindustria e il Capogruppo di FI in consiglio comunale Avv. Mario Mascia, che si era attivato per curare l’incontro di SAR dal sindaco. Alle quindici è iniziato il programmato convegno sulle prospettive di investimenti in Russia. Anche la Camera di commercio è sita in uno dei lussuosi edifici seicenteschi di via Garibaldi (un tempo via Aurea). Accanto al relatore il dottor Attanasio presidente della Camera di Commercio ed i vice dr. Felice Negri e sig. Paolo Oddone. riforme costituzionali ed elettorali a garanzia del ruolo centrale del Parlamento nella vita politica della nostra Italia. All’Avv. Aurelio Di Rella Tomasi di Lampedusa va il ringraziamento dell’UMI per aver pazientemente curato gran parte dei dettagli organizzativi dell’evento. Allo stesso Avv. Di Rella è stata conferita, nel pomeriggio e durante un piacevole incontro presso il Circolo della Bocciofila, nel corso del quale S.A.R. il Principe Aimone ha salutato alcuni amici dell’UMI venuti ad omaggiarlo, la Medaglia della Fedeltà d’argento, dalle mani del Principe sabaudo.S.A.R. è ripartito in serata per Mosca. Genova ed altre città Lo attendono.

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Aurelio di Rella riceve la medaglia della Fedeltà d'argento dal Principe Aimone 

 Il Prefetto di Genova, Renato Franceschelli con l'Avv. Aurelio di Rella Tomasi di Lampedusa (2).jpg

Il Prefetto di Genova, Renato Franceschelli con l'Avv. Aurelio di Rella Tomasi di Lampedusa

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S.A.R. Aimone con il Presidente Sacchi

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S.A.R., accompagnato dall'Avv. Aurelio di Rella, fa il suo ingresso nel palazzo del Comune

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Il Presidente Sacchi, con la Signora Daniela, con il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti

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Cena a tavola al Circolo Tunnel

L’assenteismo del corpo elettorale preoccupa i monarchici perché sintomo di lontananza dei cittadini dalla politica

Il diffuso assenteismo che ha caratterizzato nei giorni scorsi le elezioni comunali è motivo di grave preoccupazione per l’Unione Monarchica Italiana (U.M.I.). La diserzione delle urne da parte di ampi settori dell’elettorato in ogni regione d’Italia dimostra che è diffusa l’opinione che la classe politica non sia sufficientemente attenta ai problemi quotidiani delle persone, dal lavoro alla sicurezza, dal gravoso fardello fiscale al trasporto pubblico, alla vivibilità dei centri urbani, in particolare alla salubrità dell’aria. Il distacco dell’opinione pubblica dai partiti, che dura da tempo, ma che si è aggravato in questa occasione, in particolare a Roma, la capitale d’Italia e il simbolo stesso della civiltà occidentale e cristiana, dove ha votato un romano su quattro, mina la democrazia che si alimenta della partecipazione convinta dei cittadini alla vita delle istituzioni rappresentative.

Roma,19 ottobre 2021

Il Presidente Nazionale

Avv. Alessandro Sacchi

 

 

I monarchici favorevoli all’accoglienza di chi ha effettivo bisogno a patto che rispettino leggi e identità del nostro popolo

450 anni fa, il 7 ottobre 1571, nelle acque di Lepanto la flotta turca venne annientata dalle galee cristiane fornite dalle Repubbliche marinare italiane e dal Duca Emanuele Filiberto di Savoia, in difesa della civiltà occidentale e quale risposta all’eccidio di Famagosta dove, tra gli altri, era caduto Marcantonio Bragadin, l’eroico difensore della piazzaforte di Cipro, massacrato per aver rifiutato di convertirsi all’Islam.

Allora come oggi l’intolleranza religiosa e l’aggressività politica, come si è visto in Afghanistan, sembra essere la costante di alcune comunità islamiche e costituisce un pericolo per l’Europa e l’Italia, in ragione di flussi migratori evidentemente organizzati e non controllati.

L’Unione Monarchica Italiana, erede di un Regno come pochi accogliente senza distinzione di cultura e di religione, ricorda alla politica che l’ingresso in Italia deve essere condizionato dall’effettivo bisogno dei migranti dai quali si deve pretende il rispetto delle nostre leggi e della nostra identità.

Roma, 7 ottobre 2021

Il Presidente Nazionale

Avv. Alessandro Sacchi

di Salvatore Sfrecola

( tratto da: Sergio Mattarella cerca casa | Un sogno Italiano )

Sergio Mattarella cerca casa. In affitto, a Roma, in previsione dell’uscita dal Quirinale. La vuole prima della fine dell’anno per adattarla alle sue esigenze. Così i giornali e i telegiornali che hanno dato la notizia, ne hanno tratto la convinzione che il Presidente della Repubblica non intenda, come, del resto, ha detto più volte, essere confermato al Quirinale. Neppure per un breve periodo, un paio d’anni come si è anche ipotizzato ricordando il caso di Giorgio Napolitano, e come molti avevano pensato anche nella prospettiva che, dopo le elezioni legislative del 2023, a quella carica fosse destinato Mario Draghi.

A ben riflettere, Mattarella non può essere confermato per una ragione strettamente politica. Non vi hanno interesse i partiti della maggioranza che a suo tempo lo hanno eletto perché una durata in carica limitata ad un paio d’anni inevitabilmente porterebbe alla elezione di un nuovo Presidente della Repubblica dopo le elezioni legislative del 2023 quando, secondo previsioni generalmente condivise, auspicate o temute, i partiti di centrodestra potrebbero avere la maggioranza in Parlamento ed essere quindi determinanti per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Invece, nel 2022 la maggioranza in Parlamento l’hanno ancora i partiti di sinistra che non si faranno certo sfuggire l’occasione per eleggere il successore di Sergio Mattarella traendolo dalle loro fila.

La carica di Presidente della Repubblica, rappresentante della Nazione, arbitro della vita politica, secondo le formule della Costituzione e l’abito che la dottrina costituzionalista ha cucito sul ruolo, in realtà è espressione della maggioranza che lo ha eletto. Tutti i Presidenti della Repubblica hanno dato dimostrazione di essere attenti alla parte politica di provenienza, nella nomina dei giudici costituzionali o dei senatori a vita, e nell’esercizio della funzione di emanazione dei decreti legge che sono sì nella responsabilità politica del governo, soggetti alla conversione in legge da parte delle Camere, ma è evidente che il ruolo di garante della Costituzione impone al Capo dello Stato un penetrante controllo di legalità costituzionale. E questo, sappiamo dalle polemiche che ci sono state nel corso degli anni, non è sempre avvenuto.

Si è anche detto che il ruolo del Capo dello Stato è andato crescendo. Qualcuno ha sottolineato anche in forma di Repubblica presidenziale sia pure sui generis. E comunque nessuno può negare che i Capi dello Stato quando inviano messaggi in occasione di manifestazioni culturali, nella commemorazione di eventi o di personalità della storia politica, premiano persone o conferiscono onorificenze, manifestano un orientamento che è inevitabilmente di parte, cioè della parte che lo ha eletto. È nella logica del sistema di elezione del Presidente. Infatti, sarebbe assurdo pretendere da una personalità politica di primo piano che ha svolto per anni funzioni rilevanti, parlamentari e di governo, in rappresentanza di un partito divenga improvvisamente talmente equidistante dalle forze politiche da apparire estraneo al contesto culturale e ideologico dei partiti.

E se non c’è dubbio che tutti abbiano cercato di apparire quanto più possibile neutrali, è evidente che il Capo dello Stato, eletto da una maggioranza parlamentare, la quale ovviamente vorrà eleggere anche il suo successore, è un uomo “di parte” nel senso migliore della parola perché la democrazia è confronto di idee e di ideologie, cioè di parti contrapposte.