Parola di Re

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L'UMI è istituita per raccogliere e guidare tutti i monarchici, senza esclusioni, al fine di ricomporre in sè quella concordia discors che è una delle ragioni d'essere della Monarchia e condizione di ogni progresso politico e sociale. Suo compito non è la partecipazione diretta alla lotta politica dei partiti, ma la affermazione e la difesa degli ideali supremi di Patria e libertà, che la mia casa rappresenta.


(Umberto II - 1956)

L’UOMO FORTE

di Giuseppe Borgioli

Tutti invocano l’uomo forte che risponde alle aspettative di molti uomini politici che pur si definiscono democratici. Il corollario è la richiesta dei pieni poteri. Tutti chiedono i pieni poteri, per fare cosa? L’uomo forte è il motivo generale della presente temperie politica. È lui che rimetterà l'economia in movimento. È lui che riporterà l’ordine, è lui che rimetterà le cose a posto. Come si diceva di Mussolini: farà partire ed arrivare i treni in orario. Si sa che noi Italiani abbiamo una discreta esperienza di “uomini forti” che alla prova dei fatti ci hanno regalato problemi più grandi di quelli che promettevano di risolvere. Gli uomini forti, o considerati tali, spuntano dalla vita politica, dall’economia, dal giornalismo. Ognuno ha le sue credenziali, le sue medicine. L’opinione pubblica stanca e frustrata abbocca come a di fronte a ciarlatani in fiera. Tutti hanno qualcosa da proporre, tutti hanno elisir miracolosi da vendere. La riforma del ‘fondo europeo salva stati’ come andava riformato per garantire la condizione di parità per tutti i paesi interessati? Il MES è una fortunata opportunità da cogliere al volo o una trappola di cui pagheremo le conseguenze? A chi dobbiamo dar retta per salvare i nostri risparmi e ciò che resta della nostra sovranità nazionale? Gli imbonitori alla fiera della politica ripetono le loro lezioncine con la sicurezza di chi sa il fatto suo. Quanti uomini sedicenti forti accorrono al capezzale della povera Italia. Dove sono i Luigi Einaudi, i silenziosi servitori dello stato che non ambivano alla nomea di uomini forti. Il loro comportamento, la loro dottrina, la loro cultura garantivano della forza di carattere che sapevano trasmettere a tutti quelli che li avvicinavano.“Italia viva” (qualcuno ha osservato irrispettosamente che assomiglia alla pubblicità di un vivaio di piante) con il suo leader che aspira al riconoscimento di “uomo forte” sembra avere le idee chiare. Ha una strategia o una tattica per giocare la sua partita o semplicemente siamo ancora in presenza della solita lotta per il potere? Camillo Benso di Cavour era un “uomo forte”? Non credo. Il mazziniano Francesco Crispi si presentava come “uomo forte” coi risultati che abbiamo imparato sui libri di scuola. La verità è che la Monarchia non ne ha bisogno di “uomini forti”. Il Re non è l’uomo forte che l’opinione pubblica sembra invocare. La Monarchia riposa su istituzioni forti non su uomini forti. E’ tutta lì la differenza. Non abbiamo bisogno di dittatori. Il Re è il miglior antidoto istituzionale alle dittature, più o meno costituzionali. L’abbiamo scritto più volte, il Re è il riferimento di una Dinastia che si muove nella storia. Chi confonde il Re con il dittatore non ha capito la differenza fra potere e autorità. Forse Matteo Renzi potrebbe convenire con questa fine ma essenziale distinzione. La nostra gioia è per i 18 pescatori di Mazara del Vallo che dopo più di cento giorni di reclusione sono stati rilasciati in libertà, restituiti alle loro vite, alle loro famiglie. È il miglior modo per salutare il Natale.