Apprendiamo in queste ore che il Signor Emanuele Filiberto di Savoia è tornato ad esternare in merito all’opportunità di rifondare un partito monarchico in Italia, del quale sembra implicitamente volersi candidare a leader maximo e/o musa ispiratrice, citando ancora una volta i ben noti sondaggi secondo cui il 15% degli italiani sarebbe favorevole ad un ritorno della Monarchia nel nostro Paese. Premesso che a nostro parere tale percentuale comprima fortemente il dato reale, dopo oltre settant’anni di clientele e malgoverno di una repubblica sempre tollerata e mai davvero amata dai cittadini, il riavvicinamento della causa monarchica all’agone politico non è certo argomento nato in questi giorni. A tale obiettivo l’Unione Monarchica Italiana lavora infatti già da tempo ma con discrezione e discernimento, senza proclami mediatici. A partire dalla più inaggirabile delle priorità: trovare interlocutori istituzionali disposti, in ossequio al buon senso e alla democrazia, ad avviare un processo di revisione dell’ignobile e mistificatorio articolo 139 della Costituzione che sancisce l’immutabilità della forma repubblicana, “impermeabilizzandola” anche dall’ipotesi di una nuova consultazione popolare atta a rivedere gli esiti del referendum-truffa del ’46. È un obiettivo complesso, preliminare a ogni altra strategia, per il quale servono sensibilità condivise: non basta l’impegno isolato di un nuovo “partito del Re”. La Monarchia è del resto una forma di assetto alternativa dello Stato, che sublima gli orientamenti politici e prescinde da essi. 

Nel ricordare che simpatizzanti dichiarati della causa monarchica siedono già oggi in Parlamento, talora anche organici al nostro movimento con l’on. Basini, ribadiamo dunque che alla ricostruzione di un soggetto politico monarchico l’UMI guarda con interesse non da oggi; il problema non è dunque il “se”, ma il “quando” e il “chi”. E’ davvero il momento giusto, in una situazione di fin troppo palese conflittualità politica interna esterna, introdurre hic et nunc un argomento che la politica contingente bollerebbe subito come marginale? Ed ancora: perdurando – ma solo a mezzo stampa, non certo in punta di diritto -  una “questione” dinastica che il signor Emanuele Filiberto appare da tempo delegittimato a sostenere sia sotto l’aspetto giuridico che del vissuto personale, c’è davvero bisogno di una sortita di questo genere? A noi sembra proprio di no. Lasciamo che siano i Principi Amedeo ed Aimone di Savoia, legittimi eredi ad un Trono mai cancellato dal diritto e dalla Storia, ad ispirarci sulla “pienezza dei tempi” per un ritorno alla politica attiva. Il resto, per chi sa di cosa parla, è solo flatus vocis.

Roma, 12.10.2018

Il Presidente Nazionale

Avv. Alessandro Sacchi