LA PERFIDA ALBIONE

di Giuseppe Borgioli

Si avvicina la scadenza della elezione del presidente della repubblica e il teatrino della politica si rianima. Il nervosismo sale e turba anche la flemma delle più alte cariche dello stato. Fare l’arbitro in una situazione ingarbugliata come questa comporta una responsabilità che i giochi in uso fra i partiti non riescono neppure a prefigurare. Tutto è lasciato agli equilibri di potere in una assemblea che non rappresenta più la nazione. I protagonisti lo sanno e agiscono come se fosse il corso normale degli eventi. Lo spettacolo deve continuare, a qualsiasi costo.

E’ accaduto un episodio di cronaca politica, saremmo tentati di definire minore, se non avesse implicazioni internazionali e non intaccasse i rapporti con gli alleati di oggi e di ieri che meritano il nostro rispetto. Il premier inglese Boris Johnson parlando della preoccupante ripresa della pandemia Covit si è lasciato scappare una osservazione sul carattere degli Italiani che può essere condivisa o contestata con la consapevolezza che il giudizio proviene da una nazione alleata che ci ha dimostrato nel tempo la sua amicizia. Fra amici possono correre dei giudizi che non assurgono a valutazioni politiche e non pregiudicano i buoni rapporti. Il premier Johnson ha osservato –più o meno – che la modalità Italiana di affrontare la pandemia ha le sue luci e le sue ombre e che in linea di massima gli Italiani non hanno molto a cuore le libertà personali come i popoli anglosassoni. Il Regno Unito è un esempio che è sotto gli occhi della storia ed è difficilmente contestabile. Benedetto Croce e il nostro Vincenzo Cuoco hanno sostenuto questa tesi sul nostro carattere e hanno scritto fior di saggi per risvegliare il nostro carattere nazionale.

Il presidente della repubblica si è sentito toccato in un nervo scoperto e ha replicato che gli Italiani amano la libertà ma hanno a cuore anche la “serietà”. Ogni riferimento alle dichiarazioni di Boris Johnson è , come si legge nei film , puramente casuale. Che cosa c’entra il riferimento non richiesto alla “serietà”? Ci sono popoli - proprio sotto il profilo della lotta alla pandemia – seri o non seri? Una fonte così autorevole come la presidenza della repubblica ci indichi la graduatoria della “serietà” e noi ne prenderemo atto. I rapporti internazionali sono già complicati e queste punzecchiature non ci servono, da qualsiasi pulpito provengano.

Abbiamo bisogno della massima solidarietà fra gli alleati per affrontare insieme, ciascuno con il proprio stile, le emergenze del nostro tempo.

Non so se il governo Italiano dia prova costante di “serietà” . In tutta franchezza non ci pare che Il Regno Unito, che ha mantenuto sempre accesa la fiaccola della libertà , abbia mai dato dimostrazione di “non serietà”.

A proposito di “serietà” ci sono 18 pescatori di cittadinanza Italiana, reclusi nelle carceri di bande libiche senza che le famiglie siano ad oggi state informate della sorte riservata ai loro cari che non hanno commesso alcun reato e senza che il governo Italiano abbia sentito il dovere df incontrarli. Questa sì che e “serietà”.

Alla fine della seconda guerra mondiale Winston Churchill appuntò la medaglia sul vessillo della Raf (l'aviazione del Regno Unito) che aveva salvato Londra, l’Europa e il mondo intero dai bombardamenti nazisti: “Mai tanti dovettero tanto a così pochi”. Altro che serietà.