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di Giuseppe Borgioli

Vi sono regimi che sono crollati in seguito a disfatte militari. Altri che sono caduti sotto il peso corruzione. Altri ancora per le lotte intestine.

Questa repubblica quando cadrà sarà per il narcisismo dei suoi capi.

Bastava osservare dal buco della serratura il ricevimento offerto dalla presidenza della repubblica nei giardini del Quirinale.

Quelle facce sorridenti dei nuovi padroni, quelle strette di mano non sincere, quelle foto con strizzatine d’occhio. Non si può dire che i nuovi padroni fautori del governo del cambiamento ci abbiano messo per ambientarsi nei palazzi del potere che segue i rituali di sempre.

Ad un governo che si accinge ad affrontare problemi che farebbero tremare le vene dei polsi a ciascuno di noi si chiede un nuovo stile che non si attaglia alle vecchie istituzioni.

Tutto è ridotto ad un gioco degli scacchi dove la bravura dei singoli politici è data dalle mosse che hanno fatto.

I più intelligenti (e onesti) hanno capito che la crisi politica del sistema stava per diventare crisi istituzionale.

Luigi Di Maio in un passaggio della crisi ha attaccato direttamente e duramente il presidente Sergio Mattarella che aveva posto il veto su Paolo Savona a come ministro dell’economia. Qualcuno a torto o a regione ha tirato in ballo l’impeachment del presidente.

La grande trovata è stata quella di spostare Paolo Savona alle politiche comunitarie europee. Tutto qui? E ‘ questa la mossa strategica, il colpo di genio?

Chi ha vinto o chi ha perso, o meglio chi ha perso la faccia in questa vicenda grottesca? Come faranno questi signori a chiedere sacrifici ali Italiani?

La terza repubblica non nasce sotto il segno dell’onestà intellettuale.

Staremo a vedere. Forse non moriremo sudditi della repubblica.