Ill. mo  Magnifico Rettore dell'Università 

di Pisa

prof. Paolo Maria Mancarella

e p.c., se crede, a tutti i radunanti Rettori.

Come professore dell'Università di Genova, ora in pensione, vorrei fare qualche commento, circa la cerimonia di condanna delle leggi razziali che si vuol fare a Pisa (a San Rossore), da parte dei Rettori italiani. Commenti estensibili al pullulare di condanne e rievocazioni a 80 anni di distanza.

Indubbiamente leggi condannabili, tanto più che discriminavano italiani sempre fedeli allo Stato unitario e alla Corona. 

Si ricorda sempre che furono firmate da Vittorio Emanuele III, a San Rossore, appunto, ma ci si dimentica sempre DI SCRIVERE E DIRE che lo stesso Re era riluttante, tanto da inviarle indietro due volte.  Lo stesso Re pochi anni dopo fece arrestare Mussolini e con decreto legge, dello stesso Re, furono abolite dette leggi. Mai sentito dire dai media!

Giustamente si rievocano ora, dopo 80 anni..., i bimbi allontanati dalle scuole e discriminati. Non si chiarisce bene da tanti, ad es. dai telegiornali del regime, che persecuzioni e deportazioni avvennero quando il Sovrano era ormai a Brindisi. E quindi non c'entra con esse.

In questi ultimi anni si parla tanto di bimbi colpiti da guerre, da carestie, persecuzioni, ecc. ma non sento mai parlare dei 184 bimbi uccisi nel 1944 a Gorla, periferia povera di Milano, da un bombardamento angloamericano assieme a tutte le loro maestre e bidelle. Mai un presidente o un ministro è andato a rendere omaggio alle piccolissime tombe nella cripta sotterranea al monumento (se volete Vi mando le foto).

Anche questa dimenticanza, assieme alle leggi razziali, è una vergogna

I migliori saluti

Giulio Vignoli

Già prof. di Diritto dell'Unione Europea e Organizzazione Internazionale nell'Università di Genova.  

P.S. Permetta Rettore una ultima osservazione. Se il silenzio degli accademici del 1938 era dovuto a ossequio verso il potere, il coretto di accademici da Lei organizzato (credo) proprio a San Rossore parrebbe avere la stessa impronta.

Con ossequio

Giulio Vignoli