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DEUS EX MACHINA

di Giuseppe Borgioli

Qualcuno abituato ai toni drammatici ha salutato il presidente incaricato Mario Draghi come il segnale di una nuova fase della vita politica, il terzo atto della repubblica. Era stato toccato il fondo e non restavano più carte nel mazzo.

Mario Draghi, non è solo una grande commesso di stato a livello europeo che in molti ci invidiano, ma anche e soprattutto per la sua dirittura morale e pubblica. Mario Draghi è il governatore della Banca d’Italia che in una risposta rimasta storica al deputato Raffaele Costa ha dichiarato a suo tempo la disponibilità ad aprire al pubblico il tesoro della Corona dei Savoia che come tutti sanno è custodito in quel forziere. Avrebbe potuto dare delle risposte evasive o non dare riposte, ma si è comportato come il custode di un tesoro che non è suo e risale alla storia Nazionale di una Dinastia che ha dimostrato di tenere in considerazione.  Con gli esempi che corrono, questo comportamento non è apparso scontato e ha dimostrata un ossequio non solo formale alla storia e alla verità. Del resto, Luigi Einaudi si sarebbe comportato allo stesso modo. Ma il nostro panorama politico e bancario non è stato popolato solo da allievi di Luigi Einaudi.

Maestro di Mario Draghi è stato anche quel Federico Caffè, figura singolare della vita accademica e civile. Riconosciamo a Sergio Matterella di aver agito con discrezione, di essere riuscito laddove fallì Francesco Cossiga sconfitto dalla partitocrazia.

Mario Draghi ha davanti a sé una strada lunga e difficile. Ancora una volta la eterogenesi dei fini ha avuto la parola definitiva Matteo Renzi. Nicola Zingaretti che credeva di tenere il mazzo delle carte è stato messo ai margini del nuovo corso politico. La crisi di governo voluta da Renzi ha prodotto Mario Draghi.

Quello che ci induce a sperare è che Mario Draghi non è solo un tecnico, è anche un esperto in umanità che sa prendere le decisioni.

A Mario Draghi ci permettiamo di dare qualche consiglio.

Primo. Non fondi un partito e si guardi da tutti quelli che gli faranno simili proposte. Non faccia neanche dei suoi estimatori qualcosa che rassomiglia a un partito. Abbia come esempio Luigi Einaudi che ha ripercorso una carriera simile alla sua. Forse Einaudi era più un fisiocratico che un finanziere. Ma tutti e due amano il lavoro e le opere che escono dalle mani umane-

Secondo. Cerchi il consenso ma non diventi schiavo del consenso. Prima del consenso assecondi il dettame della sua coscienza. Non consulti, se non altro per scaramanzia, i sondaggi di popolarità. Sono trappole. Segui la propria strada. Ha dalla sua grandi maestri. Si arrampichi sulle loro spalle. Solo cosi potrà guardare più lontano dei pigmei che lo circondano.

Terzo. Non si creda un deus ex machina. Non esiste nulla di definitivo. Ogni generazione cerca di fare la sua parte. Qui è la grandezza della Dinastia che ci ha preceduto e che verrà dopo di noi.

AUGURI.