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LA RABBIA DEI MODERATI

di Giuseppe Borgioli

La repubblica non è fondata sul lavoro?  Si sa che l’assemblea costituente si divise aspramente sul questo basilare articolo.  La sinistra puntava i piedi sulla dizione che la repubblica è fondata sui lavoratori.  Questa proclamazione sembrava riecheggiare la formula sovietica con la supremazia fondata sui soviet. Da qui il compromesso costituzionale. Quelli che abbiamo visto protestare sulle piazze e sulle strade delle città Italiane erano e sono lavoratori che hanno visto perdere il lavoro senza nessuna sicurezza con la prospettiva di un misero ristoro pecuniario. Sono lavoratori e imprenditori che non chiedono denaro o sussidi. Forse è la prima volta che assistiamo a una proposta del genere. La loro protesta è fatta di dignità. Questo atteggiamento collettivo disturba i nostri governanti che sono abituati a ben altre richieste. Questo stato d’animo rassomiglia moto alla spinta che   mosse il quaranta mila della Fiat che scesero in piazza per rivendicare il proprio lavoro. Anche allora la stampa e le televisioni paludate cercarono di minimizzare l’evento, anche allora tirarono fuori la storiella di infiltrazione estranee che non c’erano. Si disse che la marcia silenziosa del quarantamila di Torino era stata promossa e organizzata da Cesare Romiti che era l’amministratore delegato della Fiat.  Balle. La marcia della ribellione su spontanea fu il rifiuto xi una logica che avrebbe avuto come conclusione l’eutanasia del lavoro. L’anticipazione di una economia del sussidio generalizzato che è sempre stato l’obiettivo dei l’obiettivo dei sindacati e dei partiti. Le cose andarono diversamente e per un po’ di tempo la nostra industria e la nostra economia si salvarono. La pandemia di oggi ha risvolti più subdoli che è difficile spiegare e che fatichiamo noi stessi a capire. Il professor Massimo Galli che è uno dei virologi più agguerriti in una intervista televisiva si è lasciato – se non abbiamo capito male – sfuggire una frase che non avremmo avuto piacere di sentire, una voce dal sen fuggita. Il Professor Galli ha detto (e pensato) che in dei conti la pandemia non ha visto morire nessuno di fame per avvalorare il   concetto che per ora si muore di virus. Auguro di cuore che né lui né suoi familiari si trovi mai nella situazione di conoscere il morso della fame, della perdita di dignità, dell’indigenza che porta a stendere la mano a chi ha vissuto onestamente del proprio lavoro. Il presidente della repubblica nella sua olimpica serenità probabilmente anche lui non ha declinato nella sua vita la parola fame. Il suo invito tardivo alla collaborazione e all’unità nazionale avviene fuori tempo massimo. Vedremo l’esito delle elezioni americane che aiuteranno a trovare un bandolo della matassa.  Per ora è buio completo e. Nessuno sa quando e come ne usciremo.